Il parto: curiosità che forse non conoscevate
Il parto è espressione della pienezza della vita e dell’amore. Un essere umano nasce da un altro grazie agli sforzi di entrambi. Tutte le culture hanno dato un significato religioso o mitico a questo particolare momento, in cui la vita e la morte spesso coesistono.
Infatti, prima del XVII secolo, la morte della madre era un evento fin troppo comune. Non era raro che il testamento venisse fatto nello stesso momento in cui si facevano i preparativi per il parto. Molte donne morivano al momento del parto e altre nel periodo postpartum. Il re Luigi XIV incoraggiò la presenza di medici per prendersi cura delle madri, il che iniziò a ridurre la mortalità.
Nonostante i grandi progressi, la mortalità materna continua ad essere in percentuale molto alta nel mondo. L’Organizzazione Panamericana della Sanità (PAHO) stima che ogni giorno 830 donne del pianeta muoiono per condizioni derivanti dalla gravidanza e dal parto. Questo non dovrebbe accadere. Vediamo altri dati a riguardo.
” Fammi vedere il viso di tua madre, ti dirò chi sei “.
-Khalil Gibran-
Curiosità sul parto nell’antichità
Nella Grecia classica si credeva che il parto fosse governato e protetto dalle dee Artemide e Ilizia, incaricate di proteggere la madre e il bambino. Si diceva che quando si avvicinava il momento del parto, le dee si accostassero al letto con una torcia in mano per guidare il piccolo nel suo cammino verso il mondo. Da lì deriva l’espressione “partorire” e “dare alla luce” per riferirsi al parto.
Per Ippocrate, il padre della medicina, il parto avveniva quando il bambino decideva di “uscire dal grembo materno” costretto dalla fame. Lo fa abbassando la testa e spingendo con i piedi dall’altra parte.
Nell’antico Egitto la gestazione e il parto erano affidati alla dea Mesjenet. Una volta nato il bambino, la placenta veniva conservata per elaborare rimedi per diversi mali. La madre doveva stare lontana da tutti per 14 giorni, poiché il suo stato era considerato impuro.
Sorano di Efeso è considerato il padre dell’ostetricia. Questo medico romano, del II secolo d.C., raccolse una grande quantità di informazioni sulla gravidanza e sul parto. Affidò ad alcune donne esperte la missione di accompagnare la madre che stava per partorire e facilitarne il processo. Tali donne erano chiamate obstetrix, che significa “essere avanti”. Da lì è nata la parola “ostetricia”.
Vecchie e nuove usanze
In diverse comunità di nativi americani era comune che il padre fosse coinvolto nel parto. La donna lo prendeva per i testicoli e glieli stringeva se sentiva dolore. In questo modo la sofferenza veniva condivisa. Solitamente venivano appese delle corde alle travi del soffitto e le madri vi si aggrappavano, in posizione accovacciata. È così che partorivano. Questa usanza è ancora viva in molti luoghi.
Si dice che la parola “taglio cesareo” abbia avuto origine nella nascita di Giulio Cesare per quella via. Tuttavia, questo non è vero. A quel tempo, il 100% delle donne che non avevano avuto un parto vaginale moriva. Tuttavia, Cesare diffuse la leggenda che sua madre fosse riuscita a sopravvivere e che, quindi, avesse un’origine divina.
Quello che è certo è che a Roma il corpo del bambino veniva estratto se la madre moriva e, in alcuni casi, si riusciva a salvare il piccolo. La prima volta che si eseguì con successo un taglio cesareo fu in Svizzera, nell’anno 1500. Il castratore di maiali Jakob Nufer eseguì questa procedura su sua moglie e riuscì a farla sopravvivere. La messicana Inés Ramírez è l’unica donna che ha eseguito un taglio cesareo su se stessa, con successo, nel 2000.
Alcuni studi indicano che fino al 14% delle donne incinte soffre di “tocofobia” o paura del parto. Non c’è da sorprendersi se teniamo conto che questo evento è da sempre associato a dolore estremo. Questa paura sembra essersi intensificata negli ultimi anni. Quindici anni in cui vediamo celebrità affittare uteri, per poi posare su un letto d’ospedale come se avessero partorito.
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