Curiosità sul punto G

Pensate di sapere tutto sul punto G? Presentiamo diverse curiosità e le informazioni scientifiche in merito.
Curiosità sul punto G
Gema Sánchez Cuevas

Revisionato e approvato da la psicologa Gema Sánchez Cuevas.

Ultimo aggiornamento: 03 febbraio, 2023

Milioni di uomini e donne in tutto il mondo si vantano di conoscerne l’esatta posizione, ma solo pochi esploratori l’hanno trovato. Il punto G è senza dubbio uno dei più grandi enigmi degli ultimi secoli, ancora molto dibattuto dagli scienziati. Vi invitiamo a scoprire, pertanto, alcune curiosità sul punto G.

Nella cultura popolare, è stato il protagonista di migliaia di libri, monologhi comici e riferimenti in film e serie tv. Ben pochi, tuttavia, rispecchiano la realtà dei fatti. Le seguenti curiosità sul punto G vi sorprenderanno.

5 curiosità sul punto G

Prende il nome da Ernst Grafenberg, medico e scienziato tedesco specializzato in ginecologia e ostetricia. Grafenberg condusse studi sulle zone erogene femminili sulla base di altri ricercatori prima di lui. Già nel XVII secolo, Regnier de Graaf aveva descritto l’eiaculazione femminile e una zona erogena nella parete vaginale.

Il termine punto G è diventato popolare a seguito di un articolo pubblicato nel 1980 in cui veniva descritto un caso di eiaculazione femminile correlato alla stimolazione di un’area nella parete della vagina. Da allora, la suddetta area è chiamata punto G ed è servita da ispirazione per migliaia di articoli, libri, saggi e altre produzioni.

Quanto sopra serve a chiarire due aspetto: primo, si è sempre parlato di un punto esatto, particolarmente erogeno nella vagina; secondo, parlare del punto G è diventato un fenomeno commerciale. Certamente, tutti vogliono sapere dove si trova, come ci si sente e come trovarlo; ecco perché vengono pubblicati video, articoli, libri e altro materiale al riguardo.

Nelle righe che seguono, dunque, riporteremo solo curiosità sul punto G avvallate dagli scienziati. Vi invitiamo a scoprire cosa c’è di vero.

Donna a letto sorridente per l'orgasmo.
Il punto G è ancora un mistero in quanto non vi è consenso tra gli esperti.

1. La sua esistenza non è provata dagli scienziati

Avviare una raccolta di curiosità sul punto G negando la sua possibile esistenza è l’esempio perfetto del perché questo problema è più complicato di quanto si pensi.

Esperti e ricercatori concordano sul fatto che non ci sono prove conclusive a sostegno dell’esistenza del punto G. Non vi è consenso sulla posizione, le dimensioni o estensione, quindi quest’area resta ancora oggi un mistero.

Viste le opinioni espresse al riguardo, alcuni specialisti propongono di scartare il termine punto G e di sostituirlo con complesso clitouretrovaginale. Questo si riferisce a un’area funzionale, dinamica e ormono-dipendente che comprende il clitoride, l’uretra e la parete vaginale.

La discussione non è del tutto chiusa, poiché ogni anno vengono pubblicati articoli che ne difendono l’esistenza.

2. La stimolazione è in parte psicologica

Le prove indicano che circa il 50% delle donne non crede nell’esistenza del punto G. Questa percentuale corrisponde a coloro le quali hanno una maggiore percezione dei loro genitali, rapporti sessuali più frequenti e una sana valutazione della loro funzione sessuale.

Gli esperti hanno scoperto che le donne che credono nella sua esistenza spesso sono paradossalmente incapaci di localizzarlo in modo tempestivo. Alla luce di ciò, si ipotizza che la stimolazione generata nelle pareti della vagina sia in parte soggettiva.

Ciò non significa che non ci siano zone erogene in queste pareti, ma piuttosto che la componente soggettiva gioca un ruolo importante. Il grado di eccitazione, comfort e piacere è essenziale per “trovare” e stimolare il punto G.

3. L’eiaculazione femminile è un fenomeno reale

Sebbene possa essere ottenuto anche attraverso la stimolazione del clitoride, l’eiaculazione femminile è spesso associata alla stimolazione del punto G. Pur essendo controverso, gli esperti lo classificano come un fenomeno reale. Il fluido prodotto differisce dall’urina in termini di concentrazione di urea e creatinina, quindi è una sostanza diversa.

La funzione specifica di questo fluido non è nota (il liquido seminale dell’uomo ha una funzione, per esempio). Poiché presenta una concentrazione significativa di PSA, probabilmente ha proprietà antibatteriche nei confronti dell’uretra femminile.

Si pensa che l’eiaculazione provenga dalle ghiandole parauretrali di Skene, descritte per la prima volta dal ginecologo scozzese Alexander Skene.

4. Curiosità sul punto G: la stimolazione è associata a orgasmi più intensi

Abbiamo già stabilito che ogni orgasmo dipende in gran parte da variabili soggettive o psicologiche. A questo bisogna aggiungere anche che ogni corpo è diverso, quindi non è possibile generalizzare. Pur così, ci sono prove in merito al fatto che la stimolazione delle pareti vaginali può causare orgasmi più intensi.

Per esempio, uno studio pubblicato su The Journal of Sexual Medicine nel 2020 ha rilevato che il 62% delle donne ottiene trova gli orgasmi ottenuti attraverso la stimolazione vaginale più piacevoli di quelli ottenuti tramite stimolazione del clitoride.

Quest’ultimo, tuttavia, può essere attivato più rapidamente. Nonostante ciò, alcuni esperti sono riluttanti a usare l’etichetta orgasmo vaginale e orgasmo clitorideo.

Mandarino e curiosità sul punto g.
Le donne che credono nell’esistenza del punto G hanno difficoltà a localizzarlo.

5. Curiosità sul punto G: può essere allargato, ma non è consigliato

Per diversi decenni è stata proposta una procedura per allargare il punto G e con esso il piacere provato durante la sua stimolazione.

Si tratta di un risultato temporaneo e consiste nell’iniettare collagene al di sotto della superficie in cui si ritiene si trovi l’area in questione. Come sottolineano gli esperti, l’intervento è sconsigliato, anche perché l’esistenza del punto G non è stata accertata.

I miti legati a quest’area creano spesso eccessiva dipendenza da essa. Molte coppie evitano altri canali di stimolazione e, non ottenendo piacere da quest’area, la loro intimità si riduce a insoddisfazione, insicurezze e angoscia.

Ecco perché si potrebbe optare per procedure come quella descritta, che, tuttavia, può causare più di una complicazione: infezioni, disfunzioni sessuali, dispareunia (dolore) e altre.

Conclusioni

Le curiosità sul punto G presentate in questo articolo puntano indicano diverse conclusioni. La prima è che non bisogna escludere la stimolazione di quest’area, ma non si dovrebbero concentrare tutti gli sforzi su essa.

I preliminari e la stimolazione in altre aree sono ugualmente o anche più importanti per ottenere il piacere. Scegliere diversamente significa essere riduzionisti.

La seconda conclusione è che bisogna mettere da parte la pressione sociale, culturale e mediatica attorno al punto G. Ciò può causare persino disfunzioni sessuali. L’aspetto più importante è esplorare il proprio corpo e stimolare quelle aree in cui ogni persona trova la maggiore eccitazione.


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