Eiaculazione femminile secondo la scienza

Per molto tempo si è pensato che il liquido espulso durante l'eiaculazione femminile indotta dall'orgasmo fosse semplicemente urina.Oggi la scienza ha dimostrato che non è così.
Eiaculazione femminile secondo la scienza

Ultimo aggiornamento: 08 ottobre, 2024

L’eiaculazione femminile è argomento di controversie fra gli esperti. Da quando, nel 1981, Whipple e Perry pubblicarono un articolo sull’argomento, sono state avanzate molte ipotesi per dare delle risposte alle domande più comuni al riguardo. L’eiaculazione femminile è uguale a quella maschile? Se è così, da dove esce il fluido?

La discussione sull’eiaculazione femminile è nata sulla scia delle confessioni di un significativo gruppo di donne (secondo alcuni studi, fra un 40-54% della popolazione femminile). Molte ragazze ammettono di espellere del liquido quando hanno un orgasmo, in modo molto simile all’eiaculazione maschile.

Come mostra Gilliland (2009), questo fatto può influenzare molto la vita sessuale delle donne che lo vivono. Per alcune, è vergognoso e umiliante; per altre è fonte di interesse e orgoglio. La mancanza di informazione costituisce senz’altro un grande ostacolo per comprendere e assimilare questo processo e persino per definirlo.

Eiaculazione femminile: esiste?

Il laboratorio di biochimica dell’Ospedale Van Buren ha avviato le ricerche necessarie nel campo dell’orgasmo femminile. Ricordiamo che il substrato fetale in origine è femminile. In altre parole, la donna deve avere una struttura prostatica embrionale affinché l’uomo possa sviluppare la corrispondente prostata maschile.

Donna che afferra lenzuolo

I risultati suggeriscono che l’esistenza di tessuti prostatici femminili può produrre una scarica genitale non urinaria e sessualmente indotta durante l’orgasmo (Venegas, Carmona Mena, Alvarez, e Arévalo, 2006). Questa scarica è denominata “eiaculazione femminile”.

La maggior parte degli esperti concorda sul fatto che il liquido espulso non sia urina, proprio come si pensava prima. Vi è concordia anche sul fatto che il tessuto prostatico delle donne (o ghiandole di Skene) sia il principale responsabile di questa espulsione. Le ghiandole di Skene equivalgono alla ghiandola prostatica degli uomini, per questo sono state definite “la prostata femminile”. Sono secretive dell’antigene prostata-specifico (PSA) e la loro funzione è relazionata alla lubrificazione dell’uretra e all’eiaculazione femminile.

Ogni donna è un mondo e lo è anche la loro sessualità. Alcune affermano di espellere solo qualche goccia mentre altre una quantità equivalente a varie tazzine di caffè. Alcune lo descrivono come denso e biancastro, altre trasparente e acquoso.

“In alcune donne, la stimolazione del punto G, l’orgasmo e l’eiaculazione sono relazionati. In altre, questa relazione non esiste. Alcune donne raggiungono l’orgasmo e l’eiaculazione tramite la stimolazione del clitoride, altre hanno l’eiaculazione senza l’orgasmo”.

-Whipple e Komisaruk-

Eiaculazione femminile e il punto G

Masters e Johnson (1966) sostenevano che l’unico organo erogeno primario delle donne fosse il clitoride. Attualmente si afferma che sia la vagina sia il clitoride sono zone erogene primarie (Zwang, 1987).

Anatomicamente il punto G non fa parte della vagina, bensì dell’uretra (la prostata femminile). Può essere stimolato dai movimenti del pene oppure con le dita. La stimolazione comporta l’aumento di qualche centimetro del volume di una zona nella parete anteriore della vagina, che produce intensi orgasmi (Arango de Montis, 2008).

L’adeguata stimolazione di uno qualsiasi di questi due organi femminili, dunque, può portare all’orgasmo.

“Il punto G non è un punto specifico, ma una struttura funzionale. È una zona erettile, indistinta ed erogena che costituisce la fascia di Halban.”

-Tordjman-

Grazie a uno studio si è scoperto che il 72,7% delle donne raggiunge l’orgasmo mediante la stimolazione delle varie parti delle pareti vaginali. Il 90,9% delle donne collega l’erogenicità alla stimolazione di queste zone mediante le dita. Quando il clitoride viene stimolato con le dita, le proporzioni sono le stesse. Occorre sottolineare, però, che i ricercatori hanno osservato la durata degli orgasmi generati dallo stimolo del clitoride e della vagina con le dita.

I risultati hanno dimostrato che il clitoride ha approssimativamente il doppio della sensibilità erogena della vagina (Useche, 2001). Uno studio ha portato alla luce che la maggioranza delle donne eiaculano solo grazie alla stimolazione del clitoride.

Molti sessuologi e femministi sono d’accordo sull’assurdità del ridurre la sessualità femminile al solo punto G. Nel 1950, lo stesso Ernest Grafenberg (che presta il suo nome al famoso punto G) affermò che non esiste nessuna parte del corpo della donna che non dia delle risposte sessuali. In altre parole, il sesso accade in molti luoghi, a cominciare dai nostri stessi pensieri (García, 2005).

Donna che prova piacere

L’eiaculazione: somiglianza e differenze fra i sessi

Non vi è dubbio che si raggiunga l’orgasmo mediante contrazioni ritmiche negli organi interni sessuali, femminili o maschili. A differenza degli uomini, l’eiaculazione femminile non sempre accompagna l’ orgasmo e, nella maggioranza dei casi, accade nelle prime fasi della risposta sessuale. Principalmente nella prima fase, l’eccitazione.

Un’altra differenza riscontrata da Amy Gilliland (2009) è che il volume dell’eiaculazione femminile incrementa di pari passo con il numero degli orgasmi raggiunti nel corso del rapporto sessuale. Questo può vedersi influenzato dalla fase del ciclo mestruale nella quale si trova e in funzione della stimolazione di cui ha bisogno affinché accada.

Come il feto, che all’inizio della sua formazione è femminile, l’eiaculazione femminile contiene delle sostanze che sono presenti anche nello sperma: il fruttosio, l’antigene prostatico specifico e la fosfatasi acida (Álvarez, s. f.)

Miti sull’eiaculazione femminile

Nell’antichità si credeva che senza eiaculazione non vi potesse essere la fecondazione. Questo era valido per gli uomini e per le donne, in un tentativo di omologare la risposta sessuale. D’altra parte, secondo alcuni psicanalisti dell’epoca l’orgasmo vaginale delle donne era “l’orgasmo maturo”(García, 2005). Ma, senza dubbio, il più grande degli errori era quello che affermava che tante più eiaculazioni raggiunge una donna, maggiore e migliore è la sua soddisfazione sessuale (Álvarez, s. f.).

Il fatto che il piacere femminile diventi visibile tramite eiaculazione inverte le convenzioni sul genere (García, 2005). In definitiva, il progresso della conoscenza scientifica demolisce i  miti ed espande le menti, permettendoci di liberare le donne dagli antichi standard sessuali.


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  • Venegas, J. A., Carmona Mena, C. A., Alvarez, A., & Arévalo, M. (2006). Contribución a la discusión de la próstata femenina y la eyaculación en la mujer. Rev. chil. urol, 71(3), 217–222.

  • Álvarez, P. M. (s. f.). Apuntes sobre la eyaculación femenina. Archivos Hispanoamericanos de Sexología, 17(1).

  • Arango de Montis, I. (2008). Sexualidad humana.

  • García, M. I. G. (2005). Valores de una ciencia impura. Arbor, 181(716), 501–514.

  • Useche, B. (2001). El examen sexológico en las disfunciones excitatorias y orgásmicas femeninas. Rev Terap Sex Clín. Pesquisa e Aspectos Psicossociais, 1, 115–31.


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