Esiste la crisi di mezza età?

Esiste la crisi di mezza età?

Ultimo aggiornamento: 02 aprile, 2015

“Non c’è, mi sembra, essere più sventurato di chi non ha mai avuto alcuna avversità. Perché non ha avuto possibilità di mettersi alla prova” [Seneca].

Sia nell’ambito della scienza che nella credenza popolare molte volte si parla della “crisi di mezza età”. Attorno a questo concetto si sviluppa tutta una serie di congetture che a volte corrispondono a dati certi e verificabili, mentre altre volte semplicemente alimentano un mito contemporaneo.

Che cos’è la “mezza età”?

La prima cosa da fare è definire che cosa si intende per “mezza età”. Un paio di secoli fa, la soglia della metà della vita era fissata tra i 20 e i 30 anni. Al giorno d’oggi, l’aspettativa di vita è aumentata in maniera significativa, quindi la soglia della metà della vita può essere individuata tra i 35 e i 45 anni, in condizioni “normali”.

In epoche e contesti specifici, l’aspettativa di vita può ridursi drasticamente. Se c’è un’epidemia oppure una guerra, le condizioni cambiano in maniera decisiva. Inoltre, l’aspettativa di vita è diversa a seconda delle varie classi sociali. Un minatore del terzo mondo probabilmente sarà più esposto alle malattie e alla morte rispetto ad un impiegato d’uffico in Canada.

Crisi!

La seconda cosa da definire è il significato della parola “crisi”. Etimologicamente è un termine che deriva dal greco e significa “decisione”. L’uso popolare ha attribuito a questa parola un significato più che altro peggiorativo. Quando si parla di crisi, molti pensano che faccia riferimento a una caos indesiderato.

Durante l’arco della vita, si va incontro a diverse situazioni di crisi o di scelta che, in genere, si presentano in momenti fondamentali  di cambiamento o transizione. Ad esempio, c’è una crisi nella fase dell’adolescenza, quando l’essere umano lascia alle spalle il mondo dell’infanzia per entrare in quello degli adulti, oppure c’è una crisi nella coppia quando termina la fase dell’innamoramento e si confrontano le fantasie romantiche con la realtà quotidiana.

È probabile che ci sia una crisi anche quando si ha un figlio o si deve affrontare un perdita significativa oppure quando bisogna rinunciare a qualche ideale rivalutando le proprie credenze politiche e religiose. Il punto comune di tutte queste crisi, o scelte, è la tensione tra gli elementi del passato e situazioni che necessitano di una riprogrammazione. Un riallineamento delle proprie credenze, dei propri sentimenti, dei propri valori o delle proprie idee.

Normalmente la risoluzione di una crisi implica un momento di crescita, cioè si passa ad una fase superiore. Si fa affidamento su nuovi strumenti, emotivi ed intellettuali, per accettare la nuova situazione, integrando l’esperienza del passato con le nuove abilità e le nuove risorse individuali.

Nel caso della crisi di mezza età, la tensione è data dal passaggio da giovane adulto ad adulto vero e proprio. Questo implica molte perdite, ma anche guadagni. Dal punto di vista fisico, si verifica un cambiamento importante: la pelle non è più luminosa, si secca facilmente. Non è più possibile mangiare una pizza alle due del mattino senza conseguenze. In caso di una semplice caduta, si fa sempre più strada la preoccupazione di aver rotto qualche osso.

La persona sente di aver superato la fase della giovinezza e di essere entrata nella maturità. A volte, le transizioni che si sperimentano in cquesti anni, come l’invecchiamento in generale, la menopausa, la perdita dei genitori o l’abbandono della casa paterna da parte dei figli, possono di per sé accentuare la crisi.

Anche nell’ambito sociale ed emotivo si verifica una grande tasformazione. Innanzitutto, la persona riconosce, forse per la prima volta, i limiti reali dei suoi sogni di gioventù. L’individuo ammette, ad esempio, che non diventerà mai un astronauta, uno sportivo famoso o lo scienziato più giovane ad aver fatto una scoperta. Ed ha maggiore consapevolezza della morte.

Per l’adulto anziano “normale”, cioè sposato, con figli indipendenti e laurati all’università, in pensione ormai da anni e senza particolari preoccupazioni economiche, questa fase sarà quasi impercettibile. Normalmente si dedicherà ad impiegare il tempo in modo creativo ed accetterà con serenità gli ultimi anni della sua vita.

Se, invece, si tratta di una persona che invecchia senza condizioni materiali di stabilità, con legami familiari precari o una lunga serie di perdite nel corso della sua vita, forse la serenità non è proprio una costante. 

Anche in questo caso, la crisi di mezza età, con le decisioni e scelte che comporta, può rivelarsi una nuova oppotunità per “rinunciare all’impossibile, raggiungere il possibile e saper riconoscere la differenza tra l’uno e l’altro”, come recita il proverbio.

Immagine per gentile concessione di David.


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