Film sulla nostalgia
In questo articolo presentiamo cinque film sulla nostalgia. Ma cosa rende un film nostalgico? Può una pellicola suscitare nostalgia?
La risposta è sì, proprio come una canzone. Possiamo sempre ricordare quel film di fantascienza visto con nostro padre o la prima volta che siamo andati al cinema.
Oltre ai ricordi personali, alcuni film sono pensati proprio per suscitare un sentimento di nostalgia nello spettatore. La trama non conta alla pari della forza delle emozioni, alla pari dell’impatto dei fotogrammi sulla memoria.
Colori, musiche, amori infranti, storie che uniscono la fantasia alla realtà e che avvolgono l’anima dello spettatore rendendo la nostalgia non solo un sentimento cinematografico, ma personale.
5 film sulla nostalgia
Prima dell’alba (1995), di Richard Linklater
Prima dell’alba è la prima parte di una trilogia sull’amore e le relazioni che si completa con altri due film: Prima del tramonto(2004) e Before Midnight (2013).
L’idea è nata da un’esperienza del regista, che durante un viaggio ha incontrato una donna con la quale ha avuto una profonda conversazione per tutta la notte, e che non ha più rivisto.
Jesse (Ethan Hawke), un giovane americano in viaggio per l’Europa, incontra Céline, studentessa francese, sul treno Budapest-Parigi. Affascinato dalla loro conversazione, le propone di scendere con lui alla stazione di Vienna per continuare a conoscersi finché non dovrà prendere, la mattina successiva, il suo volo di ritorno per gli Stati Uniti. La ragazza accetta ed entrambi vagano per la città per alcune ore che segneranno per sempre la sua vita.
Prima dell’alba analizza la prima fase dell’amore, la scoperta di sé in presenza di una persona che ci attrae, e su questa idea Linklater crea una storia su due giovani che si innamorano perdutamente su un treno.
Il film termina con le immagini di una città solitaria nella quale restano le tracce degli innamorati, quelle bottiglie nel parco come prodotti di un’osservazione del comportamento. La nostalgia compare non appena sopraggiunge il mattino.
Il film propone una narrazione sul tempo dell’amore per cui le emozioni sono irrazionali e la logica del pensiero non può essere loro imposta.
Le leggi della frontiera (2021), di Daniel Monzón
Le leggi della frontiera è un adattamento cinematografico del romanzo di Javier Cercas. Un film divertente inizialmente senza dettagli particolarmente degni di nota, ma che acquista profondità man mano che ci avviciniamo alla fine.
Ambientato a Girona nel 1978, quando la Spagna si è appena svegliata da una dittatura durata 40 anni. Nelle prime scene compare Nacho (Marco Ruiz), un giovane dal carattere calmo che viene aggredito e insultato da alcuni teppisti.
Già all’inizio della pellicola vediamo che nemmeno al cinema il ragazzo può sfuggire a questa sofferenza. La vita di Nacho sarebbe stata segnata dal trauma se non fosse stato “salvato” da alcuni malfattori e ladruncoli.
Nacho incontrerà un gruppo in cui per la prima volta scoprirà l’azione, l’umorismo, la notte, i balli e il sesso. I suoi amici sono impersonati da giovani attori che riempiono lo schermo con la loro forte presenza e il loro carisma. Questi due personaggi salvano Nacho dalla sua esistenza solitaria e dura.
Il favoloso mondo di Amélie (2001) di Jean-Pierre Jeunet
Il favoloso mondo di Amélie suona come un disco di Edith Piaf. Sfiora come una fresca brezza di metà ottobre. I colori rosso e verde di Bruno Delbonnel offrono una foto perfetta per i nostalgici. La pellicola si presenta come un’esperienza sinestetica.
Forse una delle ultime produzioni prima di entrare nella sfera del frenetico e dell’immediato contraddistinta da cellulari e social network. Molta gente in giro e pochissimi amici; mancanza di contatto reale e intimo con altre persone.
Il favoloso mondo di Amélie è una commedia su una giovane donna che osserva con discrezione la vita delle persone intorno a lei, creando un mondo tutto suo. Girato in più di ottanta località parigine, ha conquistato la critica e il pubblico.
Un film di gesti, arte e sperimentazione cinematografica. Tutto ruota attorno alla protagonista, sul suo modo di mettersi il profumo o rimuovere lo sporco da un tesoro nascosto (rendendo molti di noi nervosi per non averlo pulito immediatamente). Amélie è stata la prima e l’ultima influencer capace di creare moda e arte con il suo modo di camminare, guardare e far rimbalzare le pietre.
Amélie è interpretata da Audrey Tautou, che trasuda un’atmosfera bonaria, ma conserva una vena maliziosa molto in sintonia con il suo sorriso compiaciuto; ciò impedisce al film di essere troppo zuccherino.
Migliaia di ragazze hanno copiato il suo stile, il suo procedere lento e misterioso sicuramente originale. Eppure, ciò che è davvero originale è essere se stessi, non copiare un’altra persona. Vedere lo spettacolo del mondo nei piccoli dettagli, nella gentilezza, nei legami forti.
Per quanto fantastico sia il mondo di Amélie, il film parla di come due cuori che battono alle estremità opposte della città possono unirsi e battere all’unisono.
Sono trascorsi solo 21 anni e la malinconia di trovare una come Amélie, così impegnata con se stessa e con chi le sta intorno, cresce più che mai.
https://www.youtube.com/watch?v=v_Xp88Fjxj8.
Film sulla nostalgia: Edward mani di forbice (1990) di Tim Burton
Prima collaborazione tra Johnny Depp e Tim Burton, Edward mani di forbice è una fiaba moderna e magica con sfumature gotiche e una zona residenziali con abiti e mura color pastello.
Un altro mondo creato per stimolare l’immaginazione, una storia che alimenta i sentimenti più forti della memoria su quell’amore perduto e frustrato.
Con lo spirito illustrativo surreale di Burton, le interpretazioni che lanciano la carriera di Depp e Ryder e una storia al tempo stesso semplice, complessa e intrisa di una magia che resiste al tempo. Edward mani di forbice è uno dei più grandi film mai realizzati. Un vero classico.
Racconta la storia di uno scienziato (Vincent Price), che costruisce un essere umano animato. È il suo capolavoro: l’incredibile Edward (Johnny Depp). Tuttavia, lo scienziato muore prima che possa finire di assemblare Edward, nello specifico prima di donargli arti umani.
Il risultato è che Edward vivrà sempre con delle forbici all’estremità delle braccia, invece che con le mani. L’amorevole commessa di periferia Peg (Dianne Wiest) scopre Edward e lo porta a casa, qui si innamora della figlia adolescente di Peg (Winona Ryder).
Nonostante la sua gentilezza e il suo talento artistico, le mani di Edward lo rendono un emarginato dalla società.
Nuovo Cinema Paradiso (1989) di Giuseppe Tornatore
Nuovo Cinema Paradiso è il film sulla nostalgia per eccellenza. L’omaggio al cinema sotto forma di pellicola è pura nostalgia per il vecchio schermo. Un’immagine perfetta di un tempo in cui il cinema era l’unica fonte di risate e gioia.
La scena dei “baci censurati” cattura con maestria la nostalgia di un tempo passato. Dicono che il mondo appare solo una volta, nell’infanzia, e che il resto è memoria. E questo accade al protagonista.
Nuovo Cinema Paradiso di Giuseppe Tornatore si svolge in Sicilia negli ultimi anni prima dell’arrivo della televisione. Ha due personaggi principali: l’anziano Alfredo (Philippe Noiret), che dirige la cabina di proiezione, e il giovane Salvatore (Salvatore Cascio), che fa del cinema la sua casa.
Il ragazzo osserva con stupore Alfredo alle prese con la macchina che proietta sullo schermo le immagini dei suoi sogni. All’inizio Alfredo cerca di allontanare Salvatore, ma alla fine pensa a lui quasi come a suo figlio. E il bambino considera certamente l’anziano come suo padre e il cinema come sua madre.
La storia è raccontata come un flashback; inizia con un importante regista cinematografico (Jacques Perrin ) che apprende a Roma che il vecchio Alfredo è morto e intraprende un viaggio sentimentale di ritorno nella sua città natale.
Lì ricorderà il suo primo e grande amore, e vedrà il film che il vecchio Alfredo gli ha lasciato in dono postumo e che costituisce la scena più malinconica che si possa vedere al cinema.