Il mondo ha bisogno di esempi, non di opinioni
A volte proviamo dolore a vivere in un mondo in cui la battaglia è sempre vinta dagli interessi personali, dai benefici economici, dalla cattiveria e dall’egoismo.
In genere, la delusione e la sconsolatezza che ne derivano ci fanno credere che le persone buone sono rare e che le poche che ci sono non riusciranno ad apportare al mondo nulla di significativo.
Tuttavia, le persone buone sono quelle che mantengono il mondo in equilibrio, che risolvono questo rompicapo con la loro sincerità, onestà e le loro buone azioni. Tutte le persone meritevoli dell’aggettivo “buone” rappresentano ciò che ci piace guardare. Per il resto, tutto ci risulta semplicemente insopportabile.
Il mondo che ci addolora, il nostro mondo
Ci sono immagini che addolorano, che ci fanno davvero soffrire e che scuotono la nostra anima. Anche se possiamo chiudere gli occhi, il dolore altrui ci tormenterà sempre. Ci sono casi in cui l’ingiustizia ci schiaffeggia in modo vergognoso.
Sfortunatamente, molte cose che oggi ci rattristano domani saranno già dimenticate. Un esempio perfetto ne è la foto che illustra precisamente queste parole, la foto della disgrazia, della vergogna, del tormento.
“Chi sono io per dirti di non venire.
Anche io rischierei tutto.
Attraverserei mari e frontiere e paesi.
E qualsiasi altra cosa.
So già che non ti convincerò.
E non ci conto nemmeno.
Ma devi sapere che, da questa parte, il futuro è un bene di consumo.
E le tasse sulle frontiere si pagano in vite umane.
Qua diamo a vedere che ci interessi solo quando ci dai fastidio.
Quando ci copri la spiaggia e il sole.
Quando la tua immagine ci colpisce e ci rimane scolpita nell’anima per sempre.
Sì, lo so che è una vergogna.
E ti chiedo scusa.
Cosa posso fare, a parte tutto quello che non sto facendo.
Ma chi sono io per dirti di non venire.
Se l’unica cosa che abbiamo fatto per te è stata mostrare che non esisti.
Se l’unica cosa che sappiamo di te è un numero, adesso che non ci sei più.”
(Risto Mejide)
Non siamo buoni se ricordiamo le cose importanti
Grazie alla rete, apriamo gli occhi e capiamo che i fili che muovono il mondo sono molto più crudeli di quanto possiamo sopportare. Di certo queste parole e immagini feriscono e fanno riflettere, ma con internet, la disgrazia si dimentica con la stessa velocità con cui è diventata virale.
Quando qualcosa ci tocca dentro, tutti esprimiamo la nostra opinione; tuttavia, se facciamo un bilancio tra le nostre azioni e le nostre intenzioni, vediamo che le seconde sono preponderanti. Abbiamo paura di quelle idee che stanno sottraendo vite e ci atterrisce il fatto che gli interessi che muovono il mondo siano più forti della nostra unione.
Le nostre emozioni cercano di scontrarsi contro un mondo del quale abbiamo ancora paura. Ciononostante, mentre le parole volano via come l’aria, i sentimenti non possono essere smossi neanche da un uragano. Possono attenuarsi, ma rimarranno sempre con noi, sbarrando la strada all’indifferenza.
Non giustifichiamoci con le parole, non guardiamo dall’altra parte
Evidentemente, non siamo ancora abbastanza angosciati dalla cattiveria e, di conseguenza, siamo riusciti a tollerare la nostra impotenza. Ma non siamo programmati per rimanere seduti comodi sul nostro divano giorno dopo giorno.
Forse siamo rimasti bloccati in una spirale che ci fa generare sentimenti vuoti. Tuttavia, io credo ancora nell’essere umano, ho ancora fiducia nel fatto che possiamo sentire e agire di conseguenza.
Siamo molto abili a giustificarci con le parole. Quando dobbiamo dare un’opinione, diamo un grande senso alle nostre frasi, ma poi la paura vince la battaglia contro l’azione.
Di fronte alle ingiustizie, non possiamo farci scudo con qualche frase che mascheri la nostra frustrazione. Dobbiamo dare vita alle nostre opinioni e non chiudere gli occhi; dobbiamo perdonarci e iniziare ad agire.
Con la nostra assenza d’azione, stiamo sporcando di sangue la nostra coscienza. L’ingiustizia riluce in modo così forte che diventa accecante. Non permettiamo che ciò sia solo temporaneo: possiamo combattere gli autori delle disgrazie. Se agiamo, possiamo dare vita ad esempi invece che ad opinioni.
Il mondo è una casa per tutti i suoi abitanti. Il fatto che esso esista da prima che noi nasciamo e che continuerà a girare anche quando saremo morti non vuol dire che non siamo responsabili di ciò che accade.
Bambini che muoiono di fame. Famiglie di rifugiati stremate. Donne stuprate. Soldati uccisi. Persone come noi schiavizzate, che cuciono indumenti. Animali torturati. Spazi naturali devastati. Governi, persone ricche e mafie che giocano con gli abitanti del mondo, creano necessità, soddisfano i loro interessi e ci fanno le scarpe.
Tutto questo ha bisogno molto più che di un’opinione. Per tutto questo, il mondo ha bisogno del nostro esempio, della nostra azione, della nostra lotta. Il mondo ha bisogno di persone come noi per riprendere fiato.