Imparare dalle api per vivere meglio?
La vita è un concetto che racchiude tantissime manifestazioni. L’essere umano è soltanto un esempio di queste espressioni e si distingue per la sua capacità di astrarre e trasformare la realtà. Tuttavia, ci sono molte altre specie superiori in altri aspetti, come gli insetti. Ad esempio, possiamo imparare dalle api, e molto.
L’alveare è una straordinaria struttura sociale, una comunità armoniosa ed efficiente che dà ottima prova del concetto di lavoro di gruppo. Forse nessuna società umana ha mai raggiunto tale livello di coerenza: ecco una cosa essenziale da imparare dalle api.
Questi piccoli insetti sono determinanti per l’equilibrio della vita sulla terra. Dalla loro attività e dal buon funzionamento degli alveari dipendono molti altri esseri viventi. Tutte le attività delle api sono positive e di grande beneficio. Approfondiamo meglio l’argomento.
Se l’ape scomparisse dalla faccia della terra, all’uomo non resterebbero che quattro anni di vita: senza api, non ci sarebbe impollinazione, né erba, né animali, né uomini.
Albert Einstein
Cosa possiamo imparare dalle api
1. Lavoro di gruppo
Nel mondo delle api non si parla mai al singolare. Ognuna dona il suo contributo individuale per un obiettivo comune. Gli alveari sono strutture sociali perfettamente organizzate in cui ogni individuo svolge la mansione che gli compete in maniera sincronizzata con gli altri.
Nel mondo degli umani, tutti dipendiamo da tutti, ma in realtà abbiamo creato l’illusione dell’individualismo. I vestiti che indossiamo o il cibo che mangiamo ci arrivano grazie agli altri, ma a volte pensiamo di non averne bisogno e di “bastarci”.
2. Assumere un ruolo e portarlo a termine
Ogni ape svolge un determinato ruolo all’interno dell’alveare. Non c’è confusione nelle funzioni: ognuna sa cosa deve fare e porta a termine il suo lavoro. Questa piccola società di insetti è piuttosto complessa. In generale, ci sono una regina, i fuchi (i maschi) e le api operaie. Quest’ultima categoria racchiude le api nutrici, le api guardiane e le api raccoglitrici.
L’essere umano dovrebbe imparare dalle api: nella collettività ognuno deve svolgere un ruolo preciso. In realtà, il discorso per gli umani è più complesso perché possiamo cambiare ruolo con una certa facilità. Tuttavia, mentre realizziamo un compito specifico, l’ideale è concentrarci solo ed esclusivamente su quello. Come fanno le api.
3. Cura reciproca
Quando un’ape raccoglie il nettare, non lo fa per se stessa, lo fa perché è fondamentale per la sopravvivenza dell’alveare. Le api raccoglitrici vivono circa 30 giorni. Il tempo necessario per produrre il miele è due mesi. Questo significa che queste api non ricevono il frutto del loro lavoro: la loro generosità è stupefacente.
Gli esseri umani oggi difficilmente dimostrano questa grande generosità e pensano prima a se stessi che alla collettività, al punto di aver reso impossibile la vita per alcune specie. Molte persone, inoltre, hanno la forte convinzione che sia giusto calpestare gli altri a proprio beneficio. Avrebbero molto da imparare dalle api.
4. Memoria impressionante
Le api sono piccoli insetti con un cervello prodigioso. A volte devono spostarsi per lunghe distanze, ma riescono comunque a ritrovare la strada per raggiungere l’alveare. Individuano dei punti di riferimento che consentono loro di ricordare la strada. Gli scienziati hanno scoperto che le api godono anche di abilità matematiche di base.
L’essere umano dovrebbe capire che nessuna specie animale è inferiore alla sua. È possibile che un’ape superi in capacità di memorizzare molte persone che invece devono annotarsi le cose per non scordarle. Ci insegnano ad ammirare la vita in tutte le sue forme.
5. Equità e il senso della giustizia
I fuchi all’interno dell’alveare sono questo, fuchi. Sono i maschi e il loro compito è quello di fecondare la regina. Non devono lavorare come le api operaie, ma questo non significa che il loro privilegio non abbia un prezzo.
Da una parte, solo il più forte dei fuchi riesce a fecondare la regina, ma poi muore. Gli altri vengono cacciati dall’alveare e devono vagare fino a trovare un altro alveare che li accolga. Se le condizioni si fanno difficili durante l’inverno, sono i fuchi a dover abbandonare l’alveare e sono quindi condannati a morire.
Questa forma di organizzazione implica quindi un certo senso di giustizia: i privilegi e i doveri sono ripartiti in maniera equa. Tutti noi umani dovremmo imparare dalle api e diffondere il loro esempio nel nostro mondo, dove l’ingiustizia in alcuni casi la fa da padrona.