Intelligenza somatica: connessione con se stessi
L’intelligenza somatica è una competenza che garantisce il benessere mentale che tutti dovremmo sviluppare. È legata all’interocezione, la capacità di entrare in contatto con le informazioni che il corpo ci invia su ciò che sta accadendo dentro di noi. È anche l’arte di saper vivere in sintonia con quell’involucro che ci contiene e che spesso trascuriamo.
Le emozioni si manifestano anche a livello fisiologico. Ciò che proviamo appare molto prima nello stomaco, nei muscoli, nella pelle e nel cuore piuttosto che nella mente sotto forma di pensiero. Queste reazioni sono potenti e rivelatrici, ma in questo mondo frenetico e pieno di stimoli esterni, non abbiamo quasi il tempo di ascoltare i messaggi somatici.
Connetterci con il nostro corpo ci permette di sviluppare molto di più la nostra consapevolezza. Favorisce una necessaria unione tra corpo e mente per sviluppare un altro tipo di intelligenza che contribuisce al nostro benessere. Sapere cosa succede nel corpo è capire cosa vogliono dirci le emozioni.
Il tuo corpo è il tempio della natura e dello spirito divino. Mantienilo sano, rispettalo, studialo, concedigli i suoi diritti.
-Henri-Frédéric Amiel-
Intelligenza somatica: la verità è nel corpo
Il concetto di intelligenza somatica non è nuovo. Tuttavia, oggi sta acquisendo sempre più rilevanza. È integrato in quelle prospettive che cercano di promuovere una comprensione più profonda del sé. Là dove il corpo, la mente e le emozioni costituiscono un’entità completa, inseparabile e anche rivelatrice.
Per capire meglio questo approccio, facciamo un esempio. La cultura occidentale si concentra eccessivamente su tutto ciò che riguarda l’intelletto. Diamo per scontato che la migliore competenza dell’essere umano sia l’intelligenza. È questa a fare la differenza, a permetterci di fare grandi cose e risolvere quasi ogni tipo di problema.
Tuttavia, come ben sappiamo, anche la competenza emotiva è rilevante e configura un altro potente marker di intelligenza. Ora dobbiamo introdurre una terza variabile, quella riferita all’interocezione, all’intima connessione con tutto ciò che accade nell’organismo.
Perché anche se siamo sempre concentrati su ciò che accade nella nostra testa, la verità è che viviamo in un corpo di cui, spesso, non ci prendiamo cura come merita.
Terapie somatiche
Negli ultimi anni le terapie somatiche hanno acquisito una certa popolarità. Per esempio, la terapia dell’esperienza somatica sviluppata dal Dr. Peter Levine è finalizzata al trattamento del trauma.
Lo scopo è porre al centro dell’attenzione le sensazioni corporee legate a eventi dolorosi e sentimenti del passato, che la persona deve riconoscere e affrontare.
Lo studio di ricerca dell’Università Ebraica di Gerusalemme e dell’Istituto Internazionale per la Guarigione del Trauma sostiene l’utilità di questa strategia. Lo scopo è aumentare quel QI somatico in grado di favorire la consapevolezza corporea e i meccanismi di autoregolazione emotiva.
D’altra parte, possiamo anche evidenziare il metodo terapeutico ideato dal filosofo e psicoterapeuta Eugene Gendlin, che fu discepolo di Carl Rogers. Il suo scopo era promuovere la saggezza corporea al fine di integrare emozione e ragione in un dialogo profondo.
Solo quando si favorisce una conoscenza di sé su ciò che accade fisicamente ed emotivamente, si può capire di cosa si ha bisogno.
Solo quando riusciamo a connetterci con il nostro corpo, capiamo cosa ci dicono le nostre emozioni. Questo è il punto di partenza di tutta la guarigione e il ponte verso la crescita personale.
Uscire dalla testa per entrare nel corpo
Jon Kabat Zinn, professore di medicina che ha reso popolari le pratiche di meditazione nella scienza occidentale, ripeteva che dobbiamo uscire dalla nostra testa per connetterci con il nostro corpo attraverso la respirazione. Così facendo, saremo più presenti e anche concentrati sui nostri bisogni.
Per sviluppare l’intelligenza somatica, dobbiamo fare la stessa cosa: “uscire” dalla mente più volte. Stabilire una certa distanza dal rumore mentale, dalle preoccupazioni e dal pessimismo permetterà di uscire dalla psiche per entrare in quel corpo fisico che ha così tanto da rivelarci.
Come sviluppare l’intelligenza somatica
Quando abbiamo mal di testa o dolori muscolari, prendiamo un antidolorifico e cerchiamo di riposare un po’. Niente di più. Tuttavia, non sempre ci fermiamo un attimo a chiederci cosa vuole dirci il nostro corpo.
Perché ci sta urlando contro, ma non lo ascoltiamo, non lo sentiamo dire che a volte dietro questi malesseri si celano stress, tristezza, preoccupazione, angoscia.
In questi casi, è tempo di apportare qualche modifica e sviluppare il QI somatico. Alcuni semplici passaggi possono essere d’aiuto:
- Diventare consapevoli di dove si accumula la tensione in ogni parte del corpo. Ci sono giorni in cui il sistema parasimpatico è più reattivo e notiamo un maggiore disagio allo stomaco, ai muscoli e alla respirazione. Proviamo a scoprire a cosa sono dovute queste sensazioni. Alla base potrebbe esservi una causa emotiva.
- Cercare di fermare l’incessante movimento della mente, chiederle di stare zitta. Quindi concentrarsi su ogni sensazione fisica percepita nella testa, nel collo, nel torace, nell’addome, nelle gambe, nel respiro… Questo permetterà di rilassarsi.
- “Scansionare” il corpo ogni volta che si deve prendere una decisione. Cercare di rilassarlo, solo allora si otterrà uno stato di calma ideale per elaborare idee e strategie di azione migliori.
- Fare una passeggiata ogni giorno. Usare quel tempo per meditare, per assicurarsi che mente e corpo siano in armonia, connessi e in movimento. La vita sembra molto più chiara quando ci sentiamo connessi a ogni area del nostro essere: intelletto, emozioni e organismo.
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- Craig, A. D. (2003). Interoception: The sense of the physiological condition of the body. Current Opinion in Neurobiology. https://doi.org/10.1016/S0959-4388(03)00090-4
- Awakening Somatic Intelligence: The Art and Practice of Embodied Mindfulness. North Atlantic Books