Ipergenitorialità: un nuovo modello educativo che distrugge l'infanzia
Ogni giorno vediamo genitori preoccupati, altri troppo stressati, altri ancora che non s’interessano minimamente dell’educazione dei figli e li lasciano nelle mani dei mezzi di comunicazione, della scuola o, se se lo possono permettere, della baby sitter di turno.
L’unica cosa certa è che le linee guida che caratterizzavano l’educazione tradizionale sono state messe in dubbio e questo ha fatto nascere un nuovo ventaglio di modelli educativi. Il risultato? Una gran confusione. Tra le conseguenze di questa confusione ce n’è una molto recente e preoccupante: l’ipergenitorialità.
L’ipergenitorialità nasce dalla distorsione di un modello educativo che sostiene che è necessario aumentare le cure e l’attenzione che i genitori dedicano ai figli. Riguarda quei genitori che proteggono eccessivamente i loro figli, li colmano di attenzioni e li elogiano molto più del necessario, senza sapere che in questo modo ne limitano l’indipendenza, la libertà e lo sviluppo dell’autonomia.
Gli “ipergenitori” vegliano sul successo scolastico dei loro figli e soffrono per qualsiasi possibile frustrazione a cui i loro piccoli potrebbero andare incontro. Ma questo comportamento, lungi dall’essere benefico, non fa altro che far crescere bambini sovrastimolati, iperprotetti ed insicuri.
L’ipergenitorialità come un nuovo modello educativo
Siamo passati dai figli “arredamento”, a cui prestavamo ben poche attenzioni, ai figli “altare”, che veneriamo.
L’ipergenitorialità è la conseguenza di un modello educativo tipico delle società più benestanti. È nata negli Stati Uniti, dove l’ansia per la competizione è stata applicata alla sfera della genitorialità. Così, i genitori americani hanno intrapreso una vera e propria gara il cui obiettivo finale è che i loro figli abbiano successo nella vita. Prenotano un posto nell’asilo migliore (prima ancora che nasca il bambino), nella scuola di maggior prestigio, nell’università di élite, eccetera.
Questo modello educativo è basato su una stimolazione precoce del bambino, un eccesso di attività extrascolastiche e un’agenda in cui non ci sia nessun buco. Inoltre, comporta una tolleranza bassa o nulla alla frustrazione, e la tendenza da parte dei genitori di scontrarsi con gli insegnanti che osano mettere in dubbio le straordinarie capacità dei loro figli. È anche comune che i bambini vengano riempiti di regali, giocattoli, libri, dispositivi elettronici, ecc.
Il grave problema di questo modello educativo, che spesso viene difeso sulla base della maggiore attenzione dedicata al bambino, è che è basato su un controllo costante dei propri figli e su aspettative smisurate su tutto ciò che fanno, studiano, hanno o ottengono. In sintesi, non è di certo il metodo migliore per ottenere un sano sviluppo psico-emotivo dei più piccoli.
Genitori immersi nell’ipergenitorialità
All’interno del modello ipergenitoriale, possiamo identificare diversi comportamenti da parte dei genitori:
- Alcuni controllano senza sosta la vita dei loro figli: sono i genitori elicottero.
- Altri spianano il percorso dei loro figli, eliminando qualsiasi sasso affinché non inciampino: sono i genitori rullo compressore.
- Ci sono genitori che non fanno altro che portare i loro figli da un’attività extrascolastica all’altra e che sono sempre di corsa: sono i genitori autisti.
- Alcuni non permettono che i bambini giochino o che si annoino, e per questo li sommergono di impegni: sono i genitori agenda.
- Altri genitori segnano il percorso perfetto per i loro figli, affinché non abbiano mai uno scivolone: sono i genitori spazzaneve.
- Ci sono genitori che inseguono i loro figli per tutto il parco con un panino in mano, e non si calmano finché non l’hanno finito tutto: sono i genitori panino.
- Quelli che si preoccupano che i loro figli non si sbuccino mai un ginocchio, non si sporchino e non prendano il raffreddore: sono i genitori iperprotettivi.
L’ipergenitorialità è sfiancante
È sfiancante per i bambini, perché implica agende frenetiche e piene d’impegni, e per i genitori, perché sono loro a portarli da un’attività all’altra, a parlare con gli insegnanti, controllare i compiti o farli insieme a loro, pianificare l’agenda dei figli o persino scegliere le loro amicizie. Si tratta di genitori che hanno un livello di stress molto alto e i cui figli sono altrettanto stressati.
I bambini cresciuti in questo modo, poi, sviluppano un alto livello di auto-esigenza e una bassa tolleranza alla frustrazione. Questo si deve al fatto che non hanno mai il permesso di sbagliare e si sentono sempre in dovere di superarsi.
D’altra parte, alcuni genitori di questo tipo sviluppano una forte insicurezza. Oggi giorno sentiamo parlare di moltissimi metodi ed esperienze utili per lo sviluppo del bambino, e questo comporta uno stress aggiunto. I genitori non sanno che cosa sia meglio per il loro bambino e così non fanno altro che fare ricerche e riempirlo di esperienze, opportunità e metodi educativi, oltre a sommergerlo di oggetti e nuove tecnologie.
Ci sono alternative migliori all’ipergenitorialità?
Per uscire da questa spirale negativa, il primo consiglio è rilassarsi. Anche se siamo genitori, possiamo respirare e rilassarci. I bambini non hanno bisogno di genitori perfetti, hanno bisogno di genitori tranquilli e felici. Ridurre gli impegni sulla loro agenda equivale a ridurre quelli sulla nostra.
Dobbiamo concedere ai bambini del tempo per giocare, per imparare ad intrattenersi da soli e gestire il loro tempo libero. Il gioco è vitale per lo sviluppo del bambino, e se lo riempiamo di attività e lo stressiamo, non gli diamo né il tempo né lo spazio per giocare, imparare e anche annoiarsi.
Dobbiamo imparare ad avere fiducia in noi stessi e nei nostri figli. Lasciare la loro mano pian piano, iniziare ad immischiarci di meno nelle loro scelte, lasciarci guidare dall’intuito e accompagnarli nel loro sviluppo, senza pilotarli. Rafforzarli, elogiarli, emozionarli, affinché si appassionino alla vita ed imparino giorno dopo giorno a vivere, relazionarsi e gestire le loro emozioni.
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