Le facoltà cognitive variano a seconda della stagione?

Capita di notare che le prestazioni psichiche variano a seconda del periodo dell'anno; in questo caso, è comun chiedersi se la depressione dipende dalla stagione. Ebbene, anche gli scienziati se lo chiedono e hanno condotto diverse ricerche in merito.
Le facoltà cognitive variano a seconda della stagione?

Ultimo aggiornamento: 14 maggio, 2022

Vi sentite mentalmente più lenti con l’arrivo del caldo o, al contrario, l’inverno vi invita a rilassarvi e a non pensare troppo? È proprio vero che le facoltà cognitive variano a seconda della stagione, ovvero il pensiero è più veloce ed efficiente in alcuni periodi dell’anno?

Accade un fenomeno simile anche con le emozioni e visto il numero di persone il cui buonumore diminuisce in inverno, il Manuale diagnostico e statistico dei disturbi mentali (DSM) ha incluso la depressione stagionale. Questo disturbo provoca lentezza o difficoltà a pensare tra i sintomi della depressione.

Gli esperti hanno cercato di fare chiarezza in merito, ma hanno rilevato diverse incongruenze lungo il percorso. Nelle righe che seguono è riportata una rassegna delle ricerche su questo argomento.

Donna che pensa.

Relazione tra luce e umore

I cicli di luce e buio hanno un’influenza sulle nostre emozioni. Il legame tra serotonina e melatonina regola l’umore e, in parte, le facoltà cognitive. In seguito a ciò, nei Paesi in cui le ore di sole sono ridotte, si riscontra una maggiore incidenza di depressione stagionale.

Ci sono anche prove che la sintesi della vitamina D svolga un ruolo determinante nella regolazione emotiva, processo che viene alterato anche in luoghi con poche ore di luce.

Partendo da questi presupposti biologici, ha senso dire che le facoltà cognitive variano a seconda della stagione. Tuttavia, è necessario rivedere la letteratura, poiché vi è una certa tendenza a interpretare queste informazioni a favore della stagionalità cognitiva, spesso descritta tenendo conto del disturbo depressivo stagionale.

Le facoltà cognitive variano a seconda della stagione?

Questo fenomeno è stato studiato da molte prospettive: paesi con cicli luce-buio estremi, come l’Antartide, elevate latitudini e la loro incidenza sulla salute pubblica. Qui di seguito riassumiamo i principali studi che hanno affrontato l’argomento.

1. Facoltà cognitive ai poli

Trascorrere un inverno nell’Artico non è facile. Gli esploratori e gli scienziati polari devono soddisfare una serie di requisiti fisici e mentali per svolgere adeguatamente i loro compiti.

Devono vivere in condizioni climatiche estreme, con cicli di luce che prevedono interi mesi di buio, e in compagnia di un ristretto numero di persone.

Un lavoro di ricerca pubblicato sul Journal of Environmental Psychology ha analizzato le facoltà cognitive di un gruppo di scienziati durante la loro permanenza in Antartide tramite autovalutazione.

I risultati supportano la stagionalità dell’umore in relazione ai cicli di luce, ma le loro prestazioni cognitive non sono state influenzate dalle condizioni di vita estreme.

2. Le facoltà cognitive variano a latitudini elevate?

Eliminando il fattore di ridotta socializzazione tipico delle spedizioni ai Poli, i ricercatori hanno studiato anche il caso delle popolazioni che vivono a latitudini elevate.

Le persone che vivono in questi luoghi conducono una vita urbana in un ambiente con cicli di luce estremi, il che le rende un ottimo caso-studio.

La ricerca più significativa a tal proposito ha rilevato lievi differenze nei tempi di reazione agli stimoli tra una stagione e l’altra; queste sembravano leggermente migliori in inverno. .

3. Studi di imaging cerebrale

Di fronte a questi risultati sorprendenti, ma statisticamente irrilevanti, Meyer e collaboratori hanno sottoposto a risonanza magnetica funzionale un gruppo di volontari in diverse stagioni dell’anno. Lo scopo era scoprire se i dati ottenuti si riflettevano nell’attività cerebrale.

Gli aspetti da valutare erano la vigilanza e la complessa memoria di lavoro in condizioni controllate, poiché i segnali stagionali venivano rimossi in laboratorio. I risultati indicano che:

  • In termini di vigilanza, le risposte del cervello raggiungono il picco in estate.
  • La memoria di lavoro si mostra invariata durante l’anno, ma l’attivazione cerebrale è maggiore in autunno e in primavera.

4. Studi sulla salute pubblica

Parte della ricerca ha interessato anche gli istituti di salute mentale. Un campione più vasto sembra confermare che le facoltà cognitive variano a seconda della stagione.

Fatta eccezione per le differenze tra i diversi studi, l’idea generale è che l’attività cognitiva risulti alterata dalla depressione piuttosto che dai cicli stagionali.

I soggetti depressi che non si erano esposti a molta luce solare mostrano peggiori facoltà cognitive, ma lo stesso non vale per le persone sane.

Uomo che pensa.

Le facoltà cognitive variano durante l’anno: considerazioni finali

L’intuito e il sapere popolare sono piuttosto precisi nel rilevare un fenomeno relativo alla salute mentale, non altrettanto per specificare le cause o le variabili in gioco. Ecco che subentra la ricerca scientifica che ha lo scopo di analizzare fattori spesso numerosi e correlati.

A seguito dell’ambiguità dei risultati, pertanto, bisogna essere cauti nell’affermare con certezza che le facoltà cognitive variano in base alla stagione dell’anno. Tuttavia, la ricerca scientifica prosegue e probabilmente otterremo risposte più precise in merito.


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