Le trappole della comunicazione
Ne Il piccolo principe, la bellissima opera di Antoine de Saint Exupery, il protagonista dice che “il linguaggio è fonte di incomprensione”. Si riferisce alla difficoltà degli esseri umani di esprimere a parole ciò che proviamo o pensiamo davvero. In altre parole, alle trappole della comunicazione.
Ogni volta che dobbiamo esprimerci a parole, partiamo dal presupposto di essere chiari. In realtà, tuttavia, può essere molto più difficile di quanto pensiamo.
A volte decidiamo di accennare, credendo che altri capiranno il resto. Può anche succedere che chi ci ascolta capisca a modo suo quello che diciamo anche se ci esprimiamo con chiarezza.
La comunicazione è molto più di semplici parole ed è facile cadere nell’incomprensione. Presentiamo alcune situazioni in cui la comunicazione risulta inefficace.
3 trappole della comunicazione
Silenzio come sostituto dell’urlo
È un meccanismo che usiamo quando compaiono rabbia o risentimento. Invece di affermare chiaramente cosa ci dà fastidio, optiamo per un silenzio grave e aspro.
Se ci chiedono “Cosa c’è che non va?”, con la massima calma rispondiamo “Niente”, anche se è evidente che non è così.
Questo tipo di comunicazione è inefficace. Vi ricorriamo quando diamo per scontato che l’altra persona debba capire da sola di aver fatto qualcosa che ci ha offeso.
Forse si è dimenticata di dirci qualcosa o non ha capito che avevamo bisogno che fosse più affettuosa o le è sfuggito qualcosa che era importante per noi.
La verità è che rimanere in silenzio non porta mai alla comprensione. Il dialogo è l’unica opzione valida per affrontare queste situazioni.
Conviene dire chiaramente e serenamente cosa non ci piace. Solo così si può instaurare una sana e matura comunicazione con gli altri.
Messaggi sottintesi
A volte scegliamo di lanciare “frecciatine“, invece di dire qualcosa direttamente. È una forma di comunicazione che non contribuisce in alcun modo a migliorare la relazione con gli altri.
Se abbiamo qualcosa da dire, diciamolo una volta per tutte. E se non è abbastanza importante, lasciamo perdere.
Ma quel dire senza dire e tacere senza tacere crea un’atmosfera pesante e induce gli altri a interpretare le parole in disparati modi.
È dunque facile cadere nella confusione e prolungare dissapori o conflitti che potrebbero essere risolti se decidessimo di parlare.
Giri di parole tra le trappole della comunicazione
Succede spesso che invece di andare al nocciolo della questione, ci giriamo intorno e finiamo per non dire quello che vogliamo esprimere.
Ciò si verifica quando, per esempio, siamo arrabbiati con il partner perché ha prestato troppa attenzione a un’altra persona durante una cena.
Tuttavia, non esprimiamo direttamente il fastidio per paura di essere etichettati come “gelosi” o “possessivi”. Quindi esprimiamo la nostra rabbia criticando l’aspetto fisico, il disordine o qualsiasi altro ambito a portata di mano del partner.
In questo, come negli altri casi, non dire le cose chiaramente porta a errori nella percezione dell’altro ed è sostanzialmente inutile.
Conclusioni
Una componente importante dell’essere adulti è proprio saper dire quello che si prova e pensa puntualmente e a chi corrisponde. In caso contrario, non potremo stabilire relazioni sane e mature con gli altri.
Immagine per gentile concessione di loungerie