Lo shaping: plasmare un comportamento
Lo shaping o modellaggio, da non confondere con il modeling, è una tecnica comportamentale molto utile per l’adozione di nuove condotte.
In molte occasioni diamo per scontato che, offrendo le linee guida di un compito, la persona davanti a noi capirà e saprà come eseguirlo. Non sempre ciò accade ed è spesso fonte di conflitto, perché si pensa che la persona non si sia applicata abbastanza, quando semplicemente non disponeva dei mezzi necessari.
Lo shaping è in genere usato con i bambini, ma la sua attuazione può essere efficace anche con gli adulti. Poiché si basa sul rinforzo e sulla punizione, può essere altrettanto efficace in entrambe le fasce di età.
In cosa consiste lo shaping (o modellaggio)?
Lo shaping è una tecnica volta allo sviluppo di abilità che l’individuo non possiede. Questo sviluppo si realizza attraverso approssimazioni successive al comportamento finale da raggiungere. A mano a mano che queste approssimazioni si avvicinano al comportamento finale, quelle precedenti si estinguono, o non si rinforzano.
Di solito si definisce un comportamento obiettivo, che però non viene insegnato fin dall’inizio. Si comincia rinforzando tutte le condotte, il cui tasso di occorrenza deve essere maggiore di 0, in qualche modo relazionate con il comportamento finale. Quest’ultimo non deve essere necessariamente uguale alle condotte rinforzate, ma deve avere con esse un legame di tipo topografico e funzionale.
Una volta rinforzata una determinata condotta, è normale che si verifichi più spesso, perché l’individuo vorrà ottenere il rinforzo. Il passo successivo prevede il rinforzo di un comportamento più vicino a quello finale.
Modellaggio naturale: l’emergere del linguaggio
Un esempio di modellaggio naturale negli esseri umani è l’acquisizione del linguaggio nel neonato. Quando un bambino comincia a balbettare i suoi primi suoni, i genitori sono spesso eccitati e quindi rinforzano questi piccoli progressi.
Il balbettio è di solito ricompensato con amore e attenzione, fino a quando il bambino comincia naturalmente a sviluppare i suoi primi fonemi. Se invece di un balbettio, il bambino pronuncia sillabe come “ma” o “pa”, queste saranno rinforzate.
Il balbettio non sarà più così importante, e il rinforzo di attenzione e affetto non sarà ottenuto da esso. Questo significa che il rinforzo diventa sempre più esigente. Questo avviene successivamente fino a quando il bambino impara a parlare in modo conveniente.
Sarebbe una follia cercare di far recitare al bambino i versi di John Keats fin da quando è neonato. Allo stesso modo, certe azioni che sono spesso richieste ai bambini dovrebbero essere insegnate tramite modellaggio, ovvero approssimazione, e non in altri modi più diretti.
Cosa può essere insegnato o modificato attraverso lo shaping?
Lo shaping è molto utile quando si vogliono insegnare nuove condotte. Questo si riferisce non solo ad abilità di cui la persona è completamente inconsapevole, ma anche condotte errate. Per questo motivo, il comportamento può essere modificato in cinque aspetti diversi:
- Topografia: si vuole cambiare il modo specifico in cui l’individuo esegue un’azione. Anche se conoscete il comportamento, volete modificare i movimenti specifici coinvolti in esso. Per esempio, quando una persona pattina con passi corti per non cadere e voi volete che inizi a fare passi più lunghi.
- Frequenza: lo shaping è utile anche per aumentare o diminuire il numero di volte in cui viene eseguito un comportamento noto.
- Durata: Questa tecnica è utile per ridurre o aumentare la durata di un comportamento. Per esempio, si può modellare la quantità di tempo in cui un bambino sta seduto a un tavolo a studiare o in classe.
- Latenza: la latenza è il tempo che intercorre tra il verificarsi di uno stimolo e l’emissione di una risposta. Un comportamento può essere modellato per manifestarsi il più rapidamente possibile di fronte a uno stimolo particolare. Questo potrebbe essere applicato quando si insegna ai bambini ad andare in bagno da soli.
- Intensità: si può modellare la forza con la quale un comportamento viene consegnato. Per esempio, nel caso di una bambina con pochi amici o isolata socialmente, si può modellare attraverso approssimazioni successive il suo tono di voce in modo che diventi gradualmente più intenso.
Fattori che influenzano la sua efficacia
Specificare un obiettivo
Affinché lo shaping sia effettuato correttamente è importante definire il comportamento finale che si vuole ottenere. La definizione deve includere parametri come la topografia, l’intensità o la latenza in modo che le approssimazioni possano essere eseguite correttamente.
Per esempio, il comportamento da raggiungere potrebbe essere che Tessa, quando arriva in classe, prenda dal suo zaino il materiale di cui ha bisogno, lo metta sul tavolo e si sieda ad aspettare l’insegnante.
Stabilire un punto di partenza
Diventa molto importante studiare il repertorio individuale della persona per vedere quali condotte assomigliano al comportamento finale.
Allo stesso modo, le condotte devono apparire abbastanza da poter essere rinforzate. Queste devono essere simili sia topograficamente (nella forma) sia funzionalmente al comportamento finale.
In questo stesso esempio, una prima approssimazione di Tessa potrebbe essere che dimentichi il suo zaino sul sedile e vada a correre in giro per la classe. Far finta che non corra inizialmente può essere controproducente o addirittura inutile.
Pertanto, si può iniziare rinforzando che lasci lo zaino al suo posto invece di gettarlo per terra o portarlo con sé. Potrebbe essere un primo approccio che ha già nel suo repertorio, e che viene fuori ogni mattina.
Pianificazione dell’approccio
È utile pianificare quanto distanti saranno gli approcci e quanto velocemente si andrà. Non ci sono linee guida per questo, quindi la persona che amministra lo shaping deve conoscere le caratteristiche del soggetto.
La cautela deve essere usata anche nella scelta degli approcci intermedi e del numero di approcci. A volte le persone rispondono più lentamente di quanto vorremmo, ma dobbiamo essere flessibili e adattarci ai loro processi.
Gli approcci intermedi di Tessa potrebbero essere: lasciare lo zaino sul sedile, aprirlo e tirare fuori l’astuccio; quando saprà farlo, non solo tirare fuori l’astuccio, ma mettere le penne sul tavolo; quando si sarà sistemata, non solo metterle sul tavolo, ma selezionare quelle che userà… E così via.
Assicurare il rinforzo
Non ci sono linee guida per il numero di rinforzi o la topologia dei rinforzi. Tuttavia, è importante essere molto chiari sul fatto che è importante rinforzare l’approccio molte volte finché non si è sicuri che sia ben stabilito. Non basta rinforzare una volta e passare direttamente ad un altro approccio. La fretta non funziona.
È anche importante non rinforzare troppo. Se i rinforzi sono eccessivi, non tanto in quantità, ma mantenuti nel tempo, sarà più difficile che compaiano comportamenti più avanzati.
Infine, se il passo da un approccio all’altro è stato troppo grande e la persona non sa come farlo, non abbiate paura di tornare indietro, rinforzare e proporre un altro approccio più vicino.
Lo shaping: pazienza invece di punizione
Anche se è una tecnica che richiede pazienza, lo shaping è postulato come uno strumento benefico per insegnare i comportamenti senza ricorrere alla frustrazione o al giudizio sbagliato. Gli adulti, così come i bambini, possono non sapere come arrivare a un comportamento finale se il percorso che porta ad esso non è suddiviso in parti ben chiare.
Il modellaggio permette di insegnare in modo chiaro, conciso, passo dopo passo, risolvendo i dubbi, in modo sicuro e controllato. Non richiede sforzi enormi perché si fa poco a poco, finché, senza rendersene conto, si sa fare ciò che è stato così difficile da imparare.