Persona altamente sensibile e famiglia negligente
Sei esagerato/a, piangi sempre, hai sempre la testa tra le nuvole… A volte la persona altamente sensibile è obbligata a crescere in seno a una famiglia emotivamente negligente. Né i genitori né i fratelli hanno motivo di condividere questo tratto della personalità, che in molti casi comporta incomprensione, essere il bersaglio facile verso il quale vengono rivolte burle e critiche.
Le emozioni sono il primo linguaggio di una persona altamente sensibile. Nascere e crescere in un contesto privo o per niente esperto in questo linguaggio vuol dire essere vittima di abbandono e, dunque, credere di avere un problema.
Carl Jung descrisse a suo tempo la personalità altamente sensibile come un individuo che elabora la propria realtà in modo diverso grazie a una sensibilità innata e molto particolare. Questo 20% della popolazione non presenta, dunque, nessun disturbo, anzi studi come quello condotto presso l’Università della Columbia Britannica e l’Università Cornell ci spiegano che il cervello di questi soggetti è superiore.
La persona con alta sensibilità presenta una variante genetica chiamata ADRA2b. Questa particolarità influisce sulla noradrenalina. Questo rende il sistema nervoso più sensibile e dona di un’empatia particolare e di una spiccata capacità di connettere e reagire di fronte a qualsiasi stimolo.
Al momento non disponiamo di studi che dimostrino che questo tratto della personalità sia ereditario. Può dunque verificarsi la circostanza che molti bambini si sentano incompresi. Alcune famiglie sapranno come reagire, nutrire e rispondere a questo linguaggio chiaramente emotivo.
Altre, al contrario, mostrano condotte chiaramente negligenti causando ferite emotive.
“La tua sensibilità non è qualcosa da temere.”
–Elaine N. Aron-
La famiglia emotivamente negligente e i suoi effetti sulla persona altamente sensibile
La famiglia emotivamente negligente non solo non è consapevole di bisogni dei propri figli, ma le ignora intenzionalmente, interferisce con esse e arriva a punirle. Queste esperienze sono come le onde di un feroce oceano che si abbattono sulla costa: la erodono a poco a poco, lasciano delle crepe, delle cavità profonde nelle rocce e impediscono persino che possa crescervi la flora autoctona.
I bambini altamente sensibili patiscono questa stessa situazione. Non si permette loro di capire, convalidare né rafforzare le loro meravigliose virtù . Sin dai primi anni penseranno che il mondo, troppo rumoroso, aggressivo e freddo, sia uno scenario da cui proteggersi. Cercheranno sin da molto presto di ritagliarsi un piccolo spazio al loro interno, nel quale rifugiarsi, essere invisibili, conservare le loro emozioni sotto chiave per non essere puniti.
La famiglia emotivamente negligente non sa che trascurare i bisogni di questi bambini è anche un modo per maltrattarli. Così, e secondo la dottoressa Jonice Webb, molti genitori vedono in questi piccoli delle caratteristiche da correggere. Per loro, la sensibilità è una forma di debolezza, di conseguenza non ci pensano due volte a fare uso della punizione, delle urla o dei paragoni con i fratelli o con altri bambini che, secondo loro, sono più adatti a stare al mondo: piangono meno, sognano meno a occhi aperti e sono più intraprendenti.
Risulta più che necessario comprendere alcuni aspetti chiave di una persona altamente sensibile e della sua educazione.
L’alta sensibilità è una caratteristica genetica, non è possibile cambiarla
L’alta sensibilità è il risultato di una variante genetica. Questa rende più sensibili al dolore, agli stimoli visivi e uditivi. Determinati indumenti possono mettere la persona in imbarazzo, così come i suoni della televisione o di una stanza dove più persone parlano insieme possono infastidirli.
Niente di tutto questo può essere cambiato. Punire la personalità, il modo di vivere le situazioni o di emozionarsi significa arrecare un danno irreparabile e imperdonabile.
La sensibilità non è debolezza
Le famiglie emotivamente negligenti inviano un messaggio chiaro ai loro figli: “sei diverso e in te c’è qualcosa di sbagliato che devi correggere”. Talvolta si impedisce persino al figlio di aver accesso alla pittura, a uno strumento musicale e persino alla musica, perché ritenuti superflui.
L’alta sensibilità non è una debolezza, ma un dono da comprendere e usare a nostro favore. Le emozioni, il modo in cui ciascuna persona intende e si relaziona al proprio ambiente circostante non possono essere soggette a veto né a sanzioni. Gli effetti di queste condotte sono senza dubbio immensi:
- Bassa autostima.
- Difficoltà interpersonali.
- Isolamento sociale.
- Maggiore vulnerabilità verso il bullismo.
- Problemi ad accettare la propria identità e a sviluppare una personalità sicura e matura.
Come superare gli effetti di una famiglia emotivamente negligente?
È possibile superare gli effetti di una famiglia emotivamente negligente? In un certo senso, la persona altamente sensibile è obbligata ad accettare determinate cose. La prima è una realtà innegabile: in loro non c’è niente di sbagliato né sanzionabile. Sentire il mondo in modo diverso è un dono.
Dunque, questa virtù può essere paragonabile a guardare la realtà attraverso un pezzo di vetro messo davanti al sole: le luci e le scintille sono meravigliosi, affascinanti ma l’effetto di questa luce fa sempre male.
Occorre imparare a muoversi in un ambiente che non sempre sarà a favore della persona altamente sensibile. Ciò richiede di infrangere gli obblighi familiari, disattivare i codici imposti per riformularli in libertà.
Perché, la persona altamente sensibile non è deboli. Custodisce grandezza e potenziale. Rafforzare l’autostima, l’auto-accettazione e la corretta gestione delle emozioni sono gli strumenti migliori.
Allo stesso modo, è fondamentale accettare che gran parte della gente non vede tanti “colori” nella loro realtà come lo fa lo sguardo altamente sensibile. E non per questo occorre lamentarsi.
La nostra realtà ha tante sfumature quante forme di goderne, l’importante è essere capaci di rispettare e capire senza rovinare la magia di ogni individuo.
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- Aron, Elaine (2017). El don de la alta sensibilidad. Madrid: Obelisco
- Sohst, Katrin (2017). El poder de la sensibilidad: cómo identificar a las personas altamente sensibles y qué podemos aprender de ellas. Ariel