L’amore si coltiva tutti i giorni, soprattutto l’amor proprio

L’amore si coltiva tutti i giorni, soprattutto l’amor proprio

Ultimo aggiornamento: 23 ottobre, 2016

Arriva per tutti il momento di metterla in pratica, prima o poi. Stiamo parlando dell’arte di circondarsi di ciò che ci fa stare bene: persone, situazioni, cose… Alcuni la chiameranno egoismo, noi invece, la chiamiamo dignità personale. Se non possediamo prima di tutto l’amor proprio, a che tipo di amore possiamo aspirare?

Uno dei temi di maggior interesse per la psicologia moderna è senza dubbio il tema dell’amor proprio o autostima. Ogni giorno vi sono nuovi studi, nuove tecniche e rinomati guru che pretendono darci la formula perfetta. Ma c’è un aspetto che dovete tenere ben chiaro in mente: l’amor proprio non si trova nel mondo esterno, ma si costruisce, si alleva con delicatezza e si coltiva ogni giorno come il seme più importante di tutti.

“Quando ho iniziato ad amarmi davvero, ho capito di trovarmi sempre
ed in ogni occasione al posto giusto nel momento giusto e che tutto quello
che succede va bene.
Da allora ho potuto stare tranquillo.”

-Charles Chaplin-

Molti esperti del mondo delle emozioni ci spiegano che la chiave del problema risiede nella nostra educazione. Nessuno ci insegna ad amare noi stessi, a non porci limiti e ad avere fiducia nelle nostre capacità. Tutto ciò comporta il progressivo maturare di un’autostima basata non su noi stessi, ma sulle nostre interazioni con gli altri.

L’immagine che abbiamo di noi stessi si intreccia inevitabilmente con quello che gli altri pensano e dicono. Ci trasformiamo, quasi senza sapere come, in fragili lucciole alla ricerca di un po’ di luce, ma in realtà ciò di cui abbiamo bisogno è imparare ad essere noi stessi, accettandoci con le nostre grandezze, i nostri difetti e le nostre identità. Vi invitiamo a riflettere su questo.

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Non basta l’amor proprio: serve anche autocompassione

Questo tema risulta senza dubbio affascinante. Se rivediamo la maggior parte dei libri sull’autostima o sulla crescita personale, ci renderemo conto di come associno l’amor proprio al successo. Con un’alta autostima, si suppone di poter ottenere il successo professionale. Con un amor proprio definito e senza sbavature, le nostre relazioni affettive ci daranno una maggiore soddisfazione.

Eppure, tali premesse non sempre arrivano a compimento. L’amor proprio non è una garanzia di successo, bensì un valore individuale che ci può portare ad avere rispetto per noi stessi e auto-affermazione. Grazie all’amor proprio, siamo in possesso di una maggior capacità relazionale per poter sopravvivere e saper gestire le nostre dinamiche quotidiane. Tuttavia, un’alta autostima non ci garantisce un successo sicuro in tutti gli ambiti della nostra vita.

Negli ultimi anni si parla di un nuovo ed interessante concetto: quello dell’autocompassione. Secondo un articolo pubblicato sulla rivista “Personality and Social Psychology”, si tratta di una validissima strategia da adottare per raggiungere la realizzazione personale. Equivale, infatti, a raggiungere un livello ancora più profondo dell’amor proprio.

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L’autocompassione, in primo luogo, impone di accettare i propri errori e limiti con rispetto e compassione. Dobbiamo convincere noi stessi di meritare una nuova opportunità per continuare a crescere, a prescindere dagli errori che possiamo aver commesso lungo il cammino.

Al contempo, questa dimensione ci offre la possibilità di smettere di giudicarci, di assumere una posizione difensiva e di compararci agli altri. Bisogna essere in possesso di apertura mentale e di un grande cuore, che rispetti se stesso coltivando l’ottimismo, e ovviamente, l’umiltà. Solo in questo modo riusciremo a valorizzare le nostre qualità, grandezze e potenzialità.

 L’amor proprio si coltiva, si protegge e si difende

Può essere che nel dare la priorità a voi stessi, qualcuno vi chiami egoisti. È possibile, però, che vi accusino anche di codardia, quando rinunciate ad un progetto nel momento in cui vi rendete conto che richiede troppe energie e non riuscite a portarlo a termine. Quando le amarezze bruciano, i dolori fanno male e le illusioni prendono la forma di sogni infranti, è necessario raccogliere l’amor proprio e, semplicemente, avanzare con fermezza, tappandosi le orecchie davanti alle parole che fanno male.

Sappiamo ciò che siamo, ma non sappiamo ciò che potremmo essere.

-Ophelia nell’ “Hamlet” di William Shakespeare-

Che ci crediamo o meno, l’amor proprio è un concetto che genera confusione. L’amor proprio non è orgoglio, perché colui che rispetta se stesso non cerca di sentirsi sempre superiore agli altri. L’orgoglio è ciò che non si è ancora rimarginato dentro di noi, che agisce sulla difensiva, facendo male, rendendoci vulnerabili. Queste due dimensioni sono due facce della stessa moneta.

Vediamo assieme quali fattori determinano l’amor proprio e come possiamo rafforzarlo.

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I punti chiave per difendere e costruire il vostro amor proprio

Facendo riferimento alla citazione di Shakespeare riportata precedentemente “Sappiamo ciò che siamo, ma non sappiamo ciò che potremmo essere” ci rendiamo conto di che ciò non avviene sempre. In quanto persone, passiamo la vita sognando ciò che vorremmo essere, ciò che vorremmo ottenere e ci dimentichiamo di una cosa: praticare l’auto-conoscimento.

  • Carlos Rogers ne parlava già ai suoi tempi: “solo quando mi accetto per come sono, posso cambiare, posso migliorare”. È bene che lo teniate in considerazione, l’amor proprio vuol dire prima di tutto lasciare da parte il “dovrei essere” per arrivare al “io sono”. Solo così potremmo illuminare quella parte dell’animo che, fino a poco tempo prima, era piena di ombre.
  • Un altro aspetto da tenere in considerazione, e che senza dubbio non sempre riusciamo a mettere in pratica, è quello dell’autosoddisfazione. Gioite di voi stessi, apprezzate chi siete, ciò che avete fatto e perfino gli errori che vi siete lasciati alle spalle. Tutto ciò genererà un prezioso “mandala” che rappresenterà la vostra continua crescita.
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Gioite di ogni singola tonalità della vostra vita, di ogni sua forma, di ogni suo movimento. È una creazione propria che vi definisce e che deve ispirarvi ogni giorno. Tenete presente che in tutta la nostra vita non raggiungeremo mai una soddisfazione personale totale, ma è comunque giusto combattere per guadagnarne almeno un 80%.

Ricordatevi che meno ci accettiamo, più avremo bisogno dell’approvazione degli altri, e nessuno, assolutamente nessuno, merita di essere schiavo di se stesso.


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