L'arte di motivare gli altri sul lavoro
Ci sono ambienti in cui ci sentiamo circondati da persone immerse in un mare di emozioni negative. Uno di questi, spesso, è il lavoro. Sia quando siamo i responsabili di una squadra sia quando abbiamo un ruolo direttivo in un’azienda è nostro dovere far sì che i nostri colleghi si sentano meglio. Ma come possiamo avere quest’influenza? Per riuscirci, è necessario conoscere l’arte di motivare gli altri.
La prima condizione indispensabile è quella di riuscire a concentrarci su noi stessi, perché è impossibile essere in grado di motivare un gruppo se siamo noi i primi a non esserlo. Come responsabili della resa di un gruppo, poi, è importante fare attenzione alle emozioni che predominano. Non dobbiamo dimenticare che la motivazione di un gruppo è strettamente relazionata alle emozioni delle persone che ne fanno parte.
“Stare insieme è un inizio. Continuare a stare insieme è un progresso. Lavorare insieme è un successo.”
-Henry Ford-
1. Migliorate l’interazione nel gruppo
Se volete tirare fuori il meglio dalle persone che avete intorno, dovete spingerle ad andare avanti e far sentire loro che sapete che possono fare grandi cose. Per i motivi più disparati, infatti, molto spesso le persone si frenano e iniziano ad indietreggiare. È a quel punto che il risultato prevedibile inizia ad allontanarsi da quello desiderato. Un progetto potrebbe venir rifiutato, un problema familiare potrebbe occupare i pensieri di una persona impedendole di concentrarsi…
L’arte di motivare passa prima di tutto attraverso la capacità di identificare le difficoltà che si presentano lungo il percorso e che sono inevitabili, ma a cui bisogna far fronte. Per riuscirci, è fondamentale che ci sia una buona comunicazione nel gruppo. Un’interazione basata sul rispetto, ma che stimoli anche l’assertività e l’espressione delle opinioni personali.
In quanto capi, non sempre avrete ragione. Le persone che lavorano con voi possono vedere il progredire delle cose da un altro punto di vista. Per questo motivo, è positivo ascoltare l’opinione di tutti, in modo che ognuno si senta partecipe nel progetto. Inoltre, ascoltare quello che pensano i vostri dipendenti vi regalerà sempre una prospettiva diversa sui problemi che si presenteranno. Una prospettiva che, spesso, dal nostro ruolo di dirigenza, fatichiamo a vedere.
2. La motivazione va fatta “a caldo”
Serve a qualcosa sgridare un bambino che ha fatto qualcosa di sbagliato il giorno prima? Nell’arte di motivare, il principio è esattamente lo stesso. La motivazione deve arrivare nel preciso istante in cui ce n’è bisogno. Per questo, in quanto responsabili di un gruppo, dobbiamo stare sempre attenti per identificare i momenti in cui il nostro intervento come motivatori potrebbe essere necessario ed efficace.
“La motivazione è la benzina del cervello.”
– Anonimo –
Aprite bene gli occhi, altrimenti non riuscirete a rendervi conto di cosa sta funzionando e cosa no. Rafforzate, attraverso il linguaggio positivo, ciò che ritenete importante e mettetelo per iscritto in modo che ne rimanga traccia.
Prendete in considerazione la possibilità di mettere una bacheca che aiuti la vostra squadra a visualizzare i progressi che state facendo e che metterà in luce tutto il lavoro che hanno fatto prima di raggiungere l’obiettivo. Questo influenzerà in modo positivo la motivazione del gruppo e anche la vostra.
3. Date spazio agli altri
Motivare non significa mettere pressione. A volte confondiamo queste due cose e, per questo, non otteniamo i risultati sperati. In quanto capi di una squadra, siete voi ad avere la responsabilità di stabilire i passaggi da seguire, le linee guida da tenere in considerazione e il ritmo di lavoro necessario per raggiungere l’obiettivo stabilito.
Una volta che tutti questi dettagli sono chiari, è necessario dare spazio ai vari membri del gruppo. Permettere che stabiliscano il loro personale ritmo di lavoro, che rispettino le scadenze, che si sforzino e che non si perdano d’animo. Controllare cos’è che non va quando li vediamo in difficoltà, ma senza sottometterli ad una pressione eccessiva e senza ricordare loro continuamente che quel lavoro doveva già essere finito.
Una squadra lavora per un obiettivo comune e ogni membro deve essere responsabile delle sue incombenze. Se come lavoratore sapere che cosa dovete fare e avete una responsabilità specifica, è probabile che vi sentiate più motivati. Tuttavia, se oltre ad avere quella responsabilità, sentite che il capo vi soffoca, che vi ricorda continuamente le scadenze, vi sommerge di domande su come procede il lavoro, non nota mai le cose buone che fate, ma rimprovera solo i vostri errori, perderete presto la motivazione.
4. Siate creativi nella gestione del lavoro
La stanchezza fisica e mentale può essere controproducente nell’arte della motivazione. Per questo motivo, è necessario, oltre a spremerci le meningi per trovare una soluzione, concederci anche qualche momento di riposo. A volte, infatti, il lavoro può trasformarsi in un supplizio. Ma basta una corretta gestione della nostra energia mentale perché tutto diventi persino divertente. Per farcela, è imprescindibile indorare la pillola con quel tocco di creatività che renda il nostro lavoro più leggero, senza per questo rinunciare alla responsabilità.
Che cosa possiamo fare per riuscirci? Un esempio può essere concedere al gruppo dieci minuti di riposo in cui si interrompono tutte le attività per andare a bere un caffè. Siete voi il capo e sapete che una piccola pausa per rilassarsi non diminuirà il rendimento della squadra, al contrario. Liberare la mente è sempre positivo. Permette di diminuire la tensione, interagire e ridere. Qualcosa di cui abbiamo tutti bisogno.
Un’altra soluzione creativa può essere quella di proporre un giro di barzellette o aneddoti per cinque minuti, oppure un breve sonnellino, conosciuto anche come Power Nap. Non è necessario lasciare l’ufficio. Persino restando alla scrivania è possibile concedersi un inaspettato e divertente momento di riposo per recuperare l’energia e la vitalità. Questa abitudine, se gestita al meglio, favorirà anche un ambiente di lavoro più positivo e vi farà capire come si sente ogni componente del gruppo a livello personale, e non solo lavorativo.
“Non importa quante volte sbagliate o con quanta lentezza progredite. Sarete sempre molto più avanti di chi non ci prova nemmeno.”
-Tony Robbins-
Comunicare con la squadra di lavoro, interessarci a ciò che succede nelle vite delle persone che ne fanno parte, dare loro uno spazio personale e rompere gli schemi è molto importante nell’arte della motivazione. Il nostro obiettivo? Far sì che le persone siano contente facendo qualcosa che richiede grande impegno e serietà. Sembra impossibile, ma in realtà non lo è. Queste piccole raccomandazioni aiuteranno la vostra squadra di lavoro, e aiuteranno voi in particolare, ad affrontare il prossimo obiettivo pieni di energie e voglia di fare.
Immagini per gentile concessione di Asquixio Devianart