Non dimenticare le attività in sospeso
Il cervello è una complessa rete di interconnessioni che permette di svolgere con successo compiti molto complessi; grazie a essa possiamo acquisire e sviluppare nuove conoscenze, imparare una nuova arte o costruire macchine che ci portino sulla luna. Tuttavia, il suo funzionamento non è perfetto e a volte commette errori che possono costarci caro, come dimenticare le attività in sospeso.
In questo articolo esamineremo brevemente i fattori che ci portano a dimenticare un’attività lasciata in sospeso e presenteremo alcune strategie per evitarlo.
Dimenticanza
Sono diversi i fattori che ci portano a dimenticare qualcosa. Tra questi, la memoria può essere indebolita dal passare del tempo, da cambiamenti contestuali o da interferenze.
Tempo
Il passare del tempo è uno dei fattori che maggiormente condiziona la nostra memoria. Se esaminiamo la nostra esperienza relativa alla vita quotidiana, possiamo notare facilmente che tendiamo a dimenticare le informazioni che non rivediamo con frequenza.
Baddeley, Eysenck e Anderson (2010) affermano che la dimenticanza nel tempo è dovuta all’indebolimento delle tracce di memoria.
Questa tesi non è stata ancora provata e non è esente da critiche, motivo per cui non è accettata come causa in sé, bensì associata ad altri due fattori: variazioni contestuali e interferenze.
Differenze contestuali
Le variabili contestuali possono rendere più probabile l’oblio quando il contesto di recupero delle informazioni non corrisponde al contesto in cui sono state codificate.
Questa curva di dimenticanza si basa sul fatto che nel tempo gli scenari cambiano, quindi i contesti di recupero e codifica differiscono notevolmente, il che non facilita il recupero della memoria.
Interferenze
Le esperienze si accumulano e si formano nuovi ricordi, il che rende difficile l’accesso alle informazioni memorizzate. Più le informazioni sono simili, più è probabile che si verifichino interferenze.
Come risultato dell’interferenza, le informazioni nella memoria a lungo termine possono essere confuse o unite ad altre durante la codifica, distorcendo o interrompendo i ricordi (McLeod, 2008).
L’interferenza può essere di due tipi: retroattiva (le nuove informazioni interferiscono con quelle vecchie) o proattiva (le vecchie informazioni interferiscono con quelle nuove).
Come non dimenticare le attività in sospeso
Sulla base delle spiegazioni che abbiamo brevemente esaminato e di altre idee, sono state definite alcune strategie per non dimenticare le attività in sospeso.
1. Appuntare l’attività
La memoria si indebolisce nel tempo, dunque dobbiamo aiutarla. A tale scopo, possiamo annotare su un’agenda o un post-it il compito da svolgere. Scrivere non solo ci aiuta a ricordare, ma rende anche più facile consolidare le informazioni.
2. Meglio svolgere sul momento i compiti di breve durata
Annotare ogni piccolo compito creerà una colonna infinita che non si vorrà nemmeno guardare. Conviene svolgere sul momento, dunque, semplici azioni come rifare il letto, pulire la cucina o andare in farmacia.
3. Rilassarsi per non dimenticare le attività in sospeso
A volte siamo così saturi di cose da fare che ci stressiamo e non diamo al cervello il tempo di elaborare e codificare correttamente le informazioni che vogliamo ricordare in seguito.
Prendersi qualche secondo per rilassarsi, respirare e fare una pausa può essere utile per non dimenticare i compiti in sospeso.
Alti livelli di stress possono influenzare negativamente le facoltà cognitive coinvolte nella formazione dei ricordi espliciti (Sandi, 2012).
4. Associazioni emotive
Tendiamo a ricordare meglio gli eventi permeati da intense emozioni. Ciò è stato evidenziato in numerosi studi che supportano l’idea che gli eventi emotivi vengono ricordati in misura maggiore rispetto a quelli neutri.
Sappiamo che l’eccitazione emotiva influenza positivamente le prestazioni della memoria a lungo termine (Cahill e McGaugh, 1995; Bradley et al., 1992).
Sulla base di quanto sopra, per non dimenticare le attività in sospeso, possiamo associarle a un’emozione (preferibilmente piacevole), in modo tale da facilitarne il consolidamento nella memoria.
A tale scopo, possiamo pensare a ciò che vogliamo ottenere e collegarlo al compito in questione. Per esempio, se dobbiamo svolgere un compito di matematica, possiamo associarlo alla voglia di laurearsi e alle piacevoli emozioni che si proveranno in quel momento.
5. Non mischiare compiti simili
Abbiamo visto che informazioni simili tendono a produrre interferenze. Quando organizziamo la nostra agenda di attività in sospeso, dunque, dobbiamo cercare per quanto possibile di non programmare due attività simili per lo stesso giorno; in caso contrario, possono interferire l’una con l’altra quando si cerca di ricordarle.
6. Chiave di ripristino per non dimenticare le attività in sospeso
Un altro modo per non dimenticare le attività in sospeso è creare diverse chiavi di ripristino, ma queste devono essere importanti o significative per noi.
“Il recupero dipende dal numero e dalla qualità dei segnali disponibili durante il richiamo. Quando vengono utilizzate chiavi irrilevanti, il ripristino può venire meno; lo stesso avviene quando una chiave precedentemente rilevante cambia nel tempo” (Baddeley, Eysenck e Anderson, 2010, p. 229).
Per raggiungere questo obiettivo, possiamo impostare una sveglia per ricordarci il compito, scrivere un appunto e attaccarlo in un posto visibile, chiedere a qualcuno di ricordarcelo, etc.
7. Dormire bene per non dimenticare le attività in sospeso
Per non dimenticare le attività in sospeso, bisogna codificare e memorizzare correttamente le informazioni. Questo processo di consolidamento può essere favorito da un fattore determinante: il sonno.
In una ricerca condotta da Diekelmann et al. (2013) si legge che il sonno migliora la memoria prospettica, ovvero ricordare di fare qualcosa (componente potenziale) e cosa fare (componente retrospettiva). Una buona strategie per non dimenticare le attività in sospeso, dunque, è dormire bene.
8. Codificare e recuperare le informazioni nello stesso posto
Sappiamo che le informazioni vengono richiamate più facilmente quando segnali presenti durante la codifica sono presenti anche al momento del recupero delle informazioni (Tulving, 1974). Sulla base di ciò, per non dimenticare le attività in sospeso conviene provare a ricordarle lì dove sono state codificate.
Per esempio, se dobbiamo consegnare un compito all’università, conviene registrare questa informazione (“Ho un compito in scadenza tra tre giorni”) nella stanza in cui si studia e si trascorre la maggior parte della giornata. In questo modo si codificheranno le informazioni nello stesso posto in cui si intende recuperarle.
Sarebbe controproducente cercare di memorizzare queste informazioni mentre si viaggia in autobus, per esempio, poiché non è il luogo in cui si desidera recuperarle.
9. Ricorrere a sveglie e rituali per non dimenticare le attività in sospeso
Oltre all’allenamento mnemonico, che è sempre positivo per la salute mentale, possiamo contare su sveglie che ricordino i compiti che non bisogna assolutamente dimenticare. Così non verremo sopraffatti dalla preoccupazione costante di dimenticare qualcosa di essenziale.
Un’altra soluzione è ripetere certe azioni. Per esempio, ogni volta che ci sediamo per studiare, possiamo rivedere l’agenda in modo da non omettere nessun impegno. Ripetendo questa azione, si genera un’automazione che aiuterà a ricordare tutte le attività.
Conclusioni
Un ultimo consiglio per attuare queste strategie: perdonarsi quando si dimentica un’attività. In questa vita frenetica e piena di impegni è normale a volte avere qualche dimenticanza. Capita a gli errori dovrebbero essere sempre perdonati quando lo sforzo è presente.
Tutte le fonti citate sono state esaminate a fondo dal nostro team per garantirne la qualità, l'affidabilità, l'attualità e la validità. La bibliografia di questo articolo è stata considerata affidabile e di precisione accademica o scientifica.
- Baddeley, A., Eysenck, M. y Anderson, M. (2010). Alianza Editorial.
- Bradley, M. M., Greenwald, M. K., Petry, M. C., & Lang, P. J. (1992). Remembering pictures: pleasure and arousal in memory. Journal of experimental psychology: Learning, Memory, and Cognition, 18(2), 379.
- Cahill, L., y McGaugh, J. L. (1995). A novel demonstration of enhanced memory associated with emotional arousal. Consciousness and cognition, 4(4), 410-421. https://doi.org/10.1006/ccog.1995.1048
- Diekelmann, S., Wilhelm, I., Wagner, U., y Born, J. (2013). Sleep improves prospective remembering by facilitating spontaneous-associative retrieval processes. PloS one, 8(10), e77621. https://doi.org/10.1371/journal.pone.0077621
- McLeod, S. A. (2008, December 14).Forgetting. Simply Psychology. simplypsychology.org/forgetting.html
- Sandi, C. (2012). Influencia del estrés sobre las capacidades cognitivas. Ministerio de Educación.
- Tulving, E. (1974). Cue-dependent forgetting. American Scientist, 62, 74-82. https://www.rotman-baycrest.on.ca/files/publicationmodule/@random45f5724eba2f8/AmerSci74_62.pdf