Ricominciare la vita dopo la quarantena
Poche cose ci sembrano tanto incerte come ricominciare la vita dopo la quarantena. La nostra mente sta immaginando molteplici scenari possibili e, anche se alcuni ci piacciono più di altri, c’è un elemento che resta quasi sempre invariato: sappiamo che niente sarà come prima e che saremo ancora costretti a convivere con il Coronavirus.
Da un punto di vista evolutivo, psicologici e antropologi ci invitano a concentrarci sulle opportunità e sul lato positivo delle cose. L’umanità non smette mai di avanzare e la pandemia ha visto attivarsi sforzi coordinati da parte dell’intera comunità scientifica per trovare un vaccino. La nostra è una società cooperativa che è sempre sopravvissuta creando alleanze.
La crisi attuale spalanca le porte per una società più compassionevole. Come ci spiega Juan Luis Arsuaga, un grande esperto in tema di evoluzione umana, questa crisi ci ha obbligato a capire che non abbiamo il controllo sul nostro futuro. È il momento di pensare come adulti e di affrontare il cambiamento come persone responsabili e mantenendo l’ottimismo.
In fondo, il pessimista non fa altro che giustificarsi e restare inerme. Soltanto guardando il futuro con ottimismo capiremo che per cambiare la situazione dobbiamo assumerci delle responsabilità. In questo momento, abbiamo una responsabilità immediata: tornare pian piano alla vita. Ecco alcuni suggerimenti su come ricominciare la vita dopo la quarantena.
Ricominciare la vita dopo la quarantena: come fare?
Per capire come potrà essere la vita dopo la quarantena possiamo basarci su quanto sta accadendo nei paesi che sono già in questa fase.
Sappiamo che in Cina è ripresa sia l’attività lavorativa che scolastica con ferree misure di sicurezza, distanziamento sociale e norme igieniche. In Germania e in Svezia, invece, nonostante bar, ristoranti e negozi siano aperti, le persone hanno ridotto drasticamente sia gli acquisti che le uscite.
C’è paura e cautela sul piano economico. Le spese sono minori, il turismo è minimo ed emerge un altro fattore non meno importante: la disoccupazione. Il panorama è complesso e le abitudini di vita delle popolazioni che si trovano già in fasi più avanzate sono cambiate quasi del tutto.
Cosa possiamo fare allora? Come può ricominciare la vita dopo la quarantena? Ecco alcuni punti su cui riflettere.
La fine della quarantena è soltanto un processo dentro la pandemia
La fine della quarantena non è la fine della pandemia. Passeremo per svariate fasi che progrediranno (o meno) a seconda di quanto l’epidemia verrà controllata. Ciò non significa che il rischio di infezione sia svanito: al contrario, dovremo imparare a convivere con il virus.
Con questo aspetto chiaro in mente dobbiamo aprire la mente a una prospettiva diversa. Riprenderemo le nostre vite, sì, ma in maniera lenta e progressiva.
Queste condizioni ci obbligano a considerare tre aspetti psicologici: pazienza, adattamento al cambiamento e gestione dello stress. Qualsiasi variazione dello stile di vita può generare allarme, angoscia e paura. Dovremo essere pronti ad affrontare queste variabili emotive.
Il modo di reagire alla fine della quarantena varia per ciascuno
Negli ultimi giorni abbiamo visto persone riempire le strade invase da ansia, allegria e, spesso, da una certa sensazione di normalità. Dall’altra faccia della medaglia c’è invece chi ha paura di uscire per strada. Queste differenze sono assolutamente normali.
Non c’è da preoccuparsi se si prova più ansia, se sentiamo di non essere al ritmo degli altri e se la paura ci frena più di quanto vorremmo.
Non è un problema: ciascuno ha i suoi ritmi, il suo modo di reagire e di affrontare le nuove situazioni. Prendiamoci tutto il tempo di cui abbiamo bisogno. L’importante è avanzare pian piano con lo scopo di uscire al mondo e disegnare quella che sarà la nostra nuova vita.
Continueremo sul chi va là: bisogna accettare il distanziamento sociale
Quando ricomincerà la vita dopo la quarantena, dovremo accettare un fattore essenziale: il distanziamento sociale resterà il protagonista in qualsiasi scenario. Questo è l’unico modo per tenere a bada il rischio di infezione.
Ciò significa che dovremo riformulare il nostro modo di lavorare, di relazionarci, di svagarci… Sono tutti elementi da accettare il prima possibile.
Dalla paura alla creatività: riformulare cosa vogliamo per il nostro futuro vicino
La paura è un’emozione dalle mille facce che bisogna comprendere. Non soltanto garantisce la nostra sopravvivenza costringendoci a essere prudenti, immobili e a difenderci. Quest’immobilità ci posiziona a sua volta su una nuova linea di partenza, un nuovo inizio.
È un’emozione con la quale conviviamo tutti. Chi non cammina per la vita con il bagaglio carico di paure? Paura di venire infettati, paura di restare senza lavoro, di non sapere cosa succederà domani… L’importante è continuare ad agire nonostante la paura, sviluppando nuovi meccanismi d’azione.
Se ho paura di infettarmi, metterò in atto delle misure per proteggermi. Se ho paura di restare senza lavoro, penserò a un cambiamento, una strategia e un percorso professionale nuovo per adattarmi e reagire. La sopravvivenza cammina a braccetto con la creatività.
Sviluppare il pensiero critico per ricominciare la vita dopo la quarantena
La vita dopo la quarantena richiederà l’applicazione di un buon pensiero critico. La nuova fase che ci aspetta ci obbliga a riformulare molti aspetti che prima ci definivano e che forse andranno cambiati. In questo senso, bisogna fare molta attenzione al sovraccarico cognitivo.
Dovremo essere cauti, intuitivi e critici per non cadere nelle bufale, nelle falsità e in quei comportamenti che alla lunga si riveleranno negativi per tutti. Se i nostri vicini, familiari e amici stanno ignorando le misure di distanziamento sociale, non significa che noi dovremo fare altrettanto.
È il momento di essere responsabili, coraggiosi e intelligenti. Qualunque sfida richiede il meglio di noi e, senza dubbio, lo faremo bene. Pensiamoci e agiamo di conseguenza.