Il tiranno che vive dentro di noi
Secondo il dizionario, “tiranno” è il sentimento o la forza che soffoca o domina la volontà di una persona.
Il “tiranno” è un “essere” che vive dentro di noi ed ha un unico obiettivo: proteggerci. È una parte della nostra psiche destinata a mantenerci nella zona “sicura”, lontani dal pericolo nella semplicità di tutti i giorni. Il “tiranno” si preoccupa di non farci prendere decisioni affrettate o sbagliate, in modo da evitarci dispiaceri futuri. Tuttavia, quello che il “tiranno” non sa è che a volte la spontaneità e l’impulso irrazionale sono ingredienti fondamentali per raggiungere gli obiettivi che ci siamo prefissati.
Il “tiranno” è come una guardia del corpo, esiste, non pensa, semplicemente esegue. Ci spinge sempre verso la strada più semplice, dove non ci siano complicazioni negative a lungo andare. Quando serve, agisce come un antivirus: individua le possibili minacce e le blocca. L’unica cosa negativa è che a volte si sbaglia e certi messaggi non arrivano a destinazione, messaggi importanti che potrebbero cambiare radicalmente le cose.
Dobbiamo fare attenzione se non vogliamo essere dominati dal “tiranno”. Identificare questo oscuro compagno di viaggio è molto semplice. Reagisce sempre in maniera aggressiva. Il “tiranno” fa sì che ci giustifichiamo sempre per ogni cosa, ad esempio:
—Tre ore libere al pomeriggio non sono sufficienti per andare in palestra?
—Ovviamente no —Qui il tono di voce della persona dominata dal tiranno è cambiato, è sulla difensiva—. Innanzitutto, devi andare in palestra, cambiarti, raggiungere la sala macchine, fare mezz’ora di cyclette, poi cambiarti di nuovo, metterti il costume, andare in piscina, uscire dalla piscina, cambiarti un’altra volta… impossibile, a mezzogiorno non posso andare in palestra, non ho tempo.
—E cosa succederebbe se facessi le cose in un altro modo? —Questa domanda aperta porterà la persona a riflettere e a cercare delle alternative.
—Non lo so, forse potrei cambiare qualcosa.
—Quindi potresti andare in palestra tre volte alla settimana? —Insistendo, il “tiranno” si attiverà di nuovo.
—Tre volte non lo so. Andare tre volte implica molte cose. Dovrei lasciare i miei figli a scuola, farli mangiare in mensa e al momento non posso permettermelo. È che non è così facile.
Riconosceremo il “tiranno” quando chi ne è dominato assume una posizione esagerata di fronte a un problema di poco conto, come quello appena descritto nell’esempio. Avrà un atteggiamento teso, sulla difensiva, passerà ad altri argomenti e si auto-giustificherà per convincersi che la situazione è quella e non può cambiare.
Quindi, è responsabilità di ognuno di noi identificare e gestire il “tiranno” ogni volta che compare, in modo da impedirgli di limitare le nostre alternative. Quando questo essere entra in scena, bisogna fare particolare attenzione ai discorsi. Ovviamente, è molto più semplice notare il “tiranno” negli altri che non in noi stessi. Bisogna osservare come pronunciano determinate parole, su quali parti si soffermano e insistono maggiormente. Di fatto, il “tiranno” porta a mentire come meccanismo di auto-difesa. Ad esempio:
—Credi che andare in palestra tre volte alla settimana sia importante per raggiungere l’obiettivo di perdere peso e rimetterti in forma che ti sei prefissato?
—Vediamo, beh, sì è importante, ma non così tanto. Oltre alla palestra, ci sono tante altre cose che influiscono sul mio peso… —A questo punto il “tiranno” per difendervi, vi fa sminuire l’importanza della domanda e automaticamente spostate l’attenzione su un’altra questione. Inoltre, il “tiranno” dice sempre l’opposto di quello che vuole:
—Dici che per poter andare in palestra tre volte alla settimana per portare a termine il tuo obiettivo dovresti lasciare i bambini a scuola, questo significa che i tuoi figli sono un ostacolo nel raggiungimento dei tuoi scopi?
Possibilità 1: —Detto così suona esagerato, ma di certo i miei figli qualche volta mi limitano (la risposta è naturale e rilassata, si nota che non state nascondendo nulla e che state dicendo la verità).
Possibilità 2: —No, assolutamente! Come possono essere un ostacolo? Sono i miei figli, sapevo fin dall’inizio cosa comportasse avere dei figli (dall’inizio della risposta vi mostrate tesi e rispondete rapidamente di no: non vi prendete neanche un momento per riflettere sulla risposta da dare. Inoltre, dite di NO, quando chiaramente è un SÌ e infine dite: «Sapevo cosa comportasse avere dei figli», come un rimprovero).
Il “tiranno” è un osso duro, non c’è alcun dubbio. Per questo abbiamo bisogno di qualsiasi tipo di strumento per individuarlo e neutralizzarlo in modo da andare avanti con la nostra vita.
Un buon modo per farlo uscire allo scoperto è parlare, fargli domande, dargli fiducia affinché abbassi la guardia. Uno degli strumenti più importanti è l’uso della domanda e l’altro, che deriva direttamente dalla Programmazione neuro linguistica (PNL), è il metamodello. Sono entrambi due ottimi modi per identificare il “tiranno” inferiore. Saranno di grande aiuto anche l’uso del linguaggio e il modello di Milton Erickson.
In definitiva, il “tiranno” è una guardia del corpo incompetente che ci allontana da tutto quello che vogliamo o desideriamo perché lo considera pericoloso ed implicherebbe uscire dalla zona sicura, esponendoci troppo.
Il primo passo per liberarci di questa parte di noi che ci limita è essere consapevoli della sua esistenza. Leggendo questo articolo, vi sarete resi conto che qualche volta siete stati prigionieri di qualche tipo di atteggiamento simile a quello di cui vi abbiamo parlato.
A questo punto non vi resta che lavorare su voi stessi giorno dopo giorno per imparare a riconoscere il “tiranno” ogni volta che si presenta. Se prestate attenzione e riuscite a modificare tutti gli atteggiamenti che non portano a nulla, vedrete come le cose cambieranno e la vita tornerà a sorridervi. Coraggio, potete farlo!