Quando l'ansia prende il controllo, non siamo più noi

Una mente dominata dall'ansia si sente incapace di godere delle piccole cose. È intrappolata nelle preoccupazioni, nell'angoscia, intrappolata in un dialogo interiore negativo e in un approccio personale con il quale più che vivere ci si limita a sopravvivere.
Quando l'ansia prende il controllo, non siamo più noi
Valeria Sabater

Scritto e verificato la psicologa Valeria Sabater.

Ultimo aggiornamento: 15 novembre, 2021

Quando l’ansia prende il controllo della nostra realtà, tutto cambia, tutto si stravolge e si indebolisce. Perché l’ansia è come quell’ospite non gradito che si approfitta di noi, che si rifiuta di andarsene quando glielo chiediamo e che, quasi senza sapere come, diventa uno squatter che mette tutto in disordine. Quando questo succede, la nostra personalità cambia e perdiamo potenziale, equilibrio e benessere.

Da un punto di vista psicologico, gli esseri umani sono abili esperti nel trasformare la “bella” nella “bestia”. Cosa significa? L’ansia di per sé non è nostra nemica, siamo noi che ci trasformiamo in orrendi mostri che divorano la nostra calma e ci consumano.

Questa dimensione, se ben controllata e calibrata, si presenta come una potente alleata. Ci permette di reagire dinnanzi alle minacce, ci dà l’input, la motivazione, la capacità di successo, e così via. Tuttavia, c’è un altro problema evidente per il quale l’ansia finisce con il diventare il nostro peggiore nemico.

La nostra società è lo scenario adatto a dare corpo a profili dominati dall’ansia. Questa sensazione prolifera in condizioni di incertezza, e oggi il mondo è pieno di piccole e di grandi minacce potenziali che non siamo in grado di controllare. D’altro canto, c’è un fatto molto interessante: la nostra società, in qualche modo, premia anche i comportamenti ansiosi.

Essere sempre occupati e preoccupati, avere l’agenda fitta di impegni o fare cinque cose contemporaneamente è normale e persino auspicabile. Chi non conduce questo stile di vita viene tacciato di essere pigro o noncurante. Bisogna tenerlo a mente: dare il potere all’ansia comporta seri effetti collaterali. Vivere con il pilota automatico e guidati da questa dimensione non significa vivere, bensì limitarsi a sopravvivere.

Nascondere o reprimere l’ansia causa, di fatto, un aumento dell’ansia stessa.

-Scott Stossel-

Uomo ansioso davanti alla finestra

Cosa succede quando l’ansia prende il sopravvento?

Robert Edelmann, professore emerito di psicologia forense e clinica presso l’Università di Roehampton di Londra, ci indica un aspetto interessante nel suo libro Anxiety theory research and intervention in clinical and health psychology. L’ansia di per sé non ha niente di anomalo dal punto di vista psicologico, tanto meno è una malattia. Si tratta di uno stato emotivo che fa parte dell’essere umano, dunque è del tutto normale. L’unico problema è che l’essere umano si sta abituando a farne un cattivo uso.

Gli esseri umani non possono trascorrere mesi, anni o decenni interi accumulando tensioni, timori, preoccupazioni. Determinate esperienze rimaste in sospeso, uno stile di vita segnato dallo stress prolungato e persino un dialogo interiore negativo alimentano questa pentola a pressione da cui l’aria non esce, bensì si accumula pericolosamente.

Lungi dall’esplodere, questo materiale infiammabile si insinua dentro di noi e in ogni particella del nostro essere, trasformandoci. È quanto si verifica quando l’ansia prende il controllo.

Quando l’ansia prende il controllo, smettiamo di nutrire fiducia in noi, ci autosabotiamo

L’ansia ci rende persone che vanno contro le proprie aspettative. Passo dopo passo, l’approccio mentale diventa più negativo, fino al punto da renderci il nostro stesso ostacolo. Qualunque idea ci passi per la testa sarà messa in dubbio da quella voce interna guidata dall’ansia.

Gli obiettivi, i desideri, i progetti per il futuro saranno anch’essi oggetto di critica laddove l’ansia ci sussurra continuamente che non ne vale la pena, che falliremo ancora una volta. Non importa nemmeno se ci siamo sforzati per avere la meglio in un’impresa o un progetto. Alla fine dubiteremo così tanto di noi stessi che finiremo per rinunciarvi.

I rapporti personali perdono qualità

Quando l’ansia prende il controllo sul nostro cervello e sulle nostre vite, finisce con il minare il nostro prezioso tessuto relazionale. Una mente sempre occupata tende a trascurare, senza volerlo, i propri cari. E lo fa perché costa fatica carpire i bisogni altrui quando si prova angoscia, pressione e malessere.

Non è facile mantenere un atteggiamento altruista, ottimista e risoluto quando si prova una tempesta di emozioni. Tutto questo fa sì che a livello familiare i legami ne risentano e che insorgano altri problemi. D’altro canto, anche i rapporti sociali si indeboliscono, si fatica a mantenere le amicizie o a instaurarne delle nuove quando l’ansia risiede in noi.

Donna seduta su una panchina da sola

Quando l’ansia prende il controllo, sembra tutto meno interessante

Chi è affetto dall’ansia agisce per inerzia: va al lavoro e torna a casa; mantiene conversazioni fatte di botta e risposta, di sorrisi e silenzi. Partecipa ad attività che un tempo amava, le svolge, finge di divertirsi e simula persino una certa felicità. Tuttavia, rientra a casa con una grande sensazione di vuoto.

I disturbi dell’ansia sommergono il nostro cervello e il nostro corpo attraverso la noradrenalina e il cortisolo. Questi ormoni ci spingono a porci dei limiti, a stare in allerta, a stare in modalità “sopravvivenza”. Ne consegue che è impossibile goderci qualcosa o rilassarci perché in quel cervello ansioso c’è appena spazio per la serotonina o per le endorfine.

Tutto questo ci rende degli sconosciuti ai nostri stessi occhi. Non ci godiamo nulla e niente sembra avere senso. Passo dopo passo, ci muoviamo in quel vuoto esistenziale in cui l’ansia traccia il cammino e anche il caos. Non dobbiamo permetterlo: non bisogna lasciare che queste situazioni si prolunghino nel tempo, perché il deterioramento psicologico e anche quello fisico sono immensi.

In questi casi non bisogna esitare a chiedere aiuto. I disturbi dell’ansia non si risolvono con degli antidoti, bensì con strategie e nuovi approcci mentali che tutti possiamo acquisire.


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  • Hofmann SG, Dibartolo PM (2010). Introduction: Toward an Understanding of Social Anxiety Disorder. Social Anxiety.
  • Stephan WG, Stephan CW (1985). Intergroup Anxiety. Journal of Social Issues.

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