Il drammatico racconto di un sopravvissuto del Titanic

Il drammatico racconto di un sopravvissuto del Titanic

Ultimo aggiornamento: 27 aprile, 2015

Una coppia spagnola ha raccontato molti dettagli di quel fatidico viaggio finito in disgrazia. I due coniugi, che hanno vissuto per molti anni a L’Avana, Cuba, hanno tenuto a lungo nascosti i segreti e i fantasmi del Titanic, i dettagli di quello che è successo al transatlantico “inaffondabile” diretto a New York in cui hanno perso la vita centinaia di persone di tutte le età.

Julián Padró Manent e sua moglie Florentina Durán si trovavano a bordo della nave. Un giornalista con cui si sono messi in contatto ha fatto loro molte domande riguardo al viaggio per cercare di svelare alcuni misteri che da quasi un secolo aleggiano sul Titanic. Uno dei ricordi dell’uomo è “l’acqua nera e glaciale che avanzava e risaliva sulla nave e in quel momento mi resi conto che non c’era via di uscita. Quando l’acqua mi arrivò ai piedi, cercai in tutti i modi di mettermi in salvo”.

L’intervista ha avuto luogo nel 1955 ed è stata pubblicata sulla rivista “Bohemia”. La persona che se ne è occupata al tempo era uno studente di giornalismo, Rodolfo Santovenia.

Il racconto del naufragio

Padró ha raccontato che durante il viaggio ha dovuto sopportare molte tensioni. La coppia si era imbarcata in Francia l’11 aprile 1912, convinta, come tutti sostenevano, che il Titanic fosse la migliore nave del mondo, inaffondabile. Questo per i 16 compartimenti in cui era suddivisa. Aveva tutte le caratteristiche di un’enorme imbarcazione salvavita.

“Le suite di lusso erano destinate alle personalità importanti e famose, come il proprietario della catena di grandi magazzini Macy And Company (Isidor Straus) e il direttore generale della compagnia inglese  White Star Line (Bruce Ismay)”.

“Il quarto giorno, il clima era buono, il cielo limpido e terso. Nella coperta della nave faceva molto freddo e il mare era calmo. Tutti erano felici e nessuno sospettava che si sarebbe verificata una tragedia di lì a poco. Durante la cena, quella notte, diverse persone si riunirono a fumare o a giocare a scacchi o a carte. Io me ne andai a letto e ad un certo punto fui svegliato da un colpo sordo. Non ci diedi peso e continuai a dormire. La stessa cosa capitò a molti altri passeggeri. L’urto era stato talmente lieve che molti non si svegliarono neppure. Inoltre, era una notte così bella, nessuno avrebbe mai pensato che un iceberg potesse aver causato uno squarcio largo 150 metri”, ha raccontato Padró.

Padró ha poi riferito che uno dei suoi compagni di gioco bussò alla porta della sua cabina per avvertirlo del pericolo. Assieme alla moglie si diresse fino alla coperta, dove molti altri passeggeri vagavano preoccupati in cerca di risposte. Un ufficiale gli disse che si trattava di un problema da poco, ma l’acqua non smetteva di entrare. Ad un certo punto, fu dato l’ordine di far salire donne e bambini sulle scialuppe, mentre gli uomini dovevano indossare il salvagente. Alcuni ridevano, altri piangevano, altri ancora rifiutavano di mettersi il salvagente e molte donne non volevano salire sulle scialuppe. L’operazione di salvataggio iniziò molto lentamente.

“La confusione prendeva sempre più il sopravvento. L’orchestra io non l’ho mai sentita suonare, che mi perdonino quelli che hanno riferito il contrario. I secondi sembravano secoli, l’acqua non si fermava e non c’erano più scialuppe a disposizione. Alcuni uomini si buttarono nel vuoto, altri non riuscivano a decidersi. Caddi in una delle scialuppe che stava per essere calata in mare, dove erano quasi tutti marinai. L’imbarcazione si allontanò rapidamente dal Titanic che sembrava una balena sul punto di affondare”.

“Da lontano guardavo la nave affondare lentamente, ma allo stesso tempo sempre più in fretta, presto si spensero tutte le luci, le caldaie esplosero, c’era gente che urlava, un vortice nell’acqua e, all’improvviso, l’oscurità. La nave era affondata nel giro di un’ora. Passammo la notte sulla scialuppa, fino a quando arrivò il transatlantico Carpathia a trarre in salvo noi superstiti. Arrivammo a New York la sera del giovedì. Non dimenticherò mai la gente che aspettava sul molo, le famiglie dei sopravvissuti e di quelli che invece non sarebbero mai più tornati“.

Alcuni dati sul Titanic

Il transatlantico trasportava 11 mila libbre di pesce fresco, 75 mila libbre di carne e 2 mila litri di gelato. Aveva quattro canne fumarie, la parte inferiore era nera, quella superiore bianca e la linea di galleggiamento era rossa. Per ingrassare il percorso del varo del Titanic, occorsero 23 tonnellate di sapone, sego e olio di balena. Il varo durò un minuto, il transatlantico era trattenuto da ancore e catene che pesavano 80 tonnellate.

Per il viaggio inaugurale (il primo e l’ultimo), il Titanic trasportava 2230 persone, compreso l’equipaggio. Aveva percorso 546 miglia quando si scontrò con l’iceberg, intorno alla mezzanotte. L’Ufficiale Capo e il costruttore della nave valutarono l’avaria e si resero conto che il Titanic sarebbe inevitabilmente affondato. Alle due del mattino, l’acqua aveva raggiunto il ponte di coperta e il comandante ordinò ai passeggeri di mettersi in salvo. Molti di loro morirono congelati e non annegati. In totale sono sopravvissute 705 persone, mentre 1522 hanno trovato la morte.

Nel 1985 il Titanic fu localizzato sul fondo dell’oceano, a 3800 metri di profondità nel Nord Atlantico, a 900 km a sud di Saint John’s, Terranova, Canada. Sono state condotte tre spedizioni sottomarine per recuperare i resti preziosi, tra cui un carico di diamanti.


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